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editoriale
i perche' di un tonfo annunciato e rimosso
di Ada

Gli italiani non hanno rinnovato quella fiducia completa che Berlusconi sperava di ottenere nonostante le avvisaglie negative che gli venivano dai vari sondaggi. Comunque i risultati delle elezioni europee gli hanno confermato che esiste ancora anche se molto ridotta ( qualche decina di migliaia di voti) una maggioranza della Casa della Libertà, ma le contemporanee consultazioni amministrative hanno detto ben altro. Le sinistre, questa volta unite a differenza delle politiche del 2001, hanno preso quasi tutto quel che era in ballo appunto perche' si votava con il sistema maggioritario invece del proporzionale. Qualcuno ha fatto i conti ed ha argomentato che se fossero state elezioni politiche cento deputati in piu' Berlusconi se li sarebbe sognati. Un segnale senza alcun dubbio allarmante perche' nella sostanza bastano pochi voti in piu' o in meno per cambiare il volto politico del Paese. Visto da qualsiasi parte, si e' trattato di un bel "flop" che sarà difficile dimenticare o sottovalutare soprattutto se si guarda allo stato dei rapporti tra le varie componenti della maggioranza parlamentare. Tra un anno ci saranno le elezioni regionali, tra due quelle politiche e se si continua cosi' - in uno stadio perpetuo di contrapposizione tra Lega e CCD, AN e Forza Italia su molti argomenti vitali - le previsioni non potranno che essere catastrofiche. Tutti diranno ora che c'era da aspettarselo perche' era troppo ambizioso mettere insieme forze cosi' disparate e diverse in una coalizione governativa e sperare che la cosa durasse. Eppure, tra alti e bassi, la collaborazione aveva tenuto, tra vicissitudini varie, con l'economia quasi a pezzi, una tensione sempre piu' forte e sostenuta a causa del terrorismo internazionale, con la rottura di quell'esiguo filo by partisan con la sinistra moderata sulle vicende dell'Irak. Non sono stati tre anni idilliaci certamente, ma qualcosa aveva tenuto insieme i quattro partiti, non ultima la convinzione che bisognava cambiare in Italia la struttura dello Stato, un impegno che soltanto una coalizione di destra avrebbe potuto realizzare. Ora le cose sono cambiate e si ha l'impressione che tutti sono contro tutti e non si sa bene a volte perche'. Noi siamo dell'idea che l'Italia non sara' mai un Paese tranquillo, un po' per i suoi trascorsi storici, da come e' nata ad opera di una piccola e coraggiosa borghesia senza seguito popolare delle masse, da come e' cresciuta anche con la "supervisione" della Chiesa, da come sia ancora facile o almeno possibile infiammare questo o quello strato sociale qualche volta con niente. Qualcuno ha detto che governare gli italiani non e' difficile, e' inutile: non e' vero, ma qualche volta lo sembra. Cerchiamo comunque di capirci qualcosa. La coalizione di centrodestra non regge perche' e' nata attorno ad una persona che ha saputo accattivarsi le simpatie di milioni di persone in un periodo di grande disaffezione e di avversione per i partiti politici tradizionali: un'altra persona, anche di centrosinistra, con lo stesso carisma di Berlusconi avrebbe ottenuto probabilmente gli stessi risultati. Dieci anni fa il Paese era allo sbando e milioni di cittadini non sapevano piu' a chi credere. Ora la disillusione sembra attraversare un po' tutti gli strati sociali, dagli imprenditori ai lavoratori meno ideologizzati. Diciamoci la verita' il Berlusconi vero e' venuto e si e' fatto conoscere dopo la "presa del potere", non perche' era ed e' un possibile dittatore, come dicono alcuni della sinistra, ma perche' soprattutto e' entrato nelle nostre case con la televisione e piano piano ci ha convinto che e' un uomo come tutti gli altri che non sa risolvere i problemi (di tutti) che non mantiene in pieno la parola data e che spesso parla, come tutti noi a vanvera. E' caduto un mito ? Si vedra' nei prossimi mesi. Intanto la coalizione traballa. L'alleato piu' forte, Fini e la sua AN -che pur dovrebbero erigere un monumento a chi li ha tirati fuori dal "ghetto" - non lo sopporta piu per le sue chiacchere in liberta', le sue barzellette e le sue canzoni, gli ex dc di Casini e Follini sin dall'inizio hanno fatto capire che nella Casa erano un po' ospiti e che alla prima occasione utile avrebbero cercato una piu' grande residenza, forse quella di prima. I poveri leghisti non cercano altro di ottenere che qualche contentino per le loro valli e Forza Italia non sa che cosa dire anche perche' non lo ha saputo mai fare. Non e' stato mai un partito e mai lo sara', i suoi dirigenti vengono scelti non si sa con quale selezione e gli ex democristiani di vecchio conio ancora in FI sembrano dei titani rispetto ai tanti avvocati, consulenti, ex giornalisti, cantanti miracolati dal Cavaliere. Se così stanno le cose, e non ci sembra di essere molto lontani dalla realta', il futuro appare sufficientemente chiaro.

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