Nell'ambito del programma delle celebrazioni in occasione del sesto anniversario della nascita di Enea Silvio Piccolomini, la città di Pienza propone la mostra 'Pio II, la città, le arti. La rifondazione umanistica dell'architettura e del paesaggio', a cura di Giovanni Bulian e Giuseppe Giorgianni, allestita fra Palazzo Piccolomini, Duomo e Battistero, suddivisa un varie sezioni per illustrare in modo diretto i monumenti voluti da Pio II, " un uomo - come ricorda in catalogo G. Bulian - che piega il gusto del bello ed il valore dell'antico a principale simbolo di se stesso".
Il centro storico di Pienza, città situata nella parte meridionale della Toscana, è stato inserito nel patrimonio mondiale UNESCO nel dicembre 1996, grazie appunto ad Enea Silvio Piccolomini che, nato nella cittadina nel 1405, una volta divenuto papa, Pio II, ideò la ricostruzione del luogo natale attraverso un progetto realizzato sulla base delle nuove teorie architettoniche del Rinascimento.
Un progetto urbanistico di ampio respiro, degno di un uomo di grande cultura quale era appunto il Piccolomini, con opere letterarie che ne abbracciano tutti i generi, dal poema alla saggistica scientifica, autore fra l'altro della prima geografia scientifica, la 'Cosmografia', che influenzò lo stesso Cristoforo Colombo: il progetto della ricostruzione urbanistica della città, cui diede il proprio nome, Pientia, la città di Pio, e la successiva realizzazione in soli cinque anni, sono di fatto il suo testamento culturale.
Un piccolo borgo sconosciuto trasformato con l'aiuto dell'architetto Bernardo Rossellini in uno dei complessi urbani più completi del Rinascimento, con gli spazi definiti da singoli edifici diversi fra loro, corpi di fabbrica solitari collegati fra loro dalla prospettiva, quasi una rappresentazione scenografica teatrale e non tessuto urbano.
Pratica dimostrazione ne è la chiesa, voluta da Pio II sulla base di una hallenkirche tedesca, una forma architettonica del passato a piena luce cui viene anteposta una facciata tipica rinascimentale, con lo schema dell'arco trionfale; la forma gotica delle finestre che contrasta con i pilastri, gli archi di volta e le ampie pareti che creano uno spazio romanico, quindi un coro a forma di cinque ottavi di ottagono che sembra di un'altra chiesa, ed una cripta tratta dalla tipologia delle cripte sepolcrali, al di sotto della quale una grotta naturale, forse luogo di culto etrusco.
Una costruzione che riunisce in sé le più importanti tendenze della storia dell'architettura europea, riproposte anche nella residenza cittadina, il Palazzo Piccolomini, che riassume i due archetipi di palazzo cittadino e villa al tempo stesso.
Non ultima la disposizione della chiesa sulla piazza - contornata da quattro edifici importanti ciascuno dei quali con una facciata diversa dalle altre, caratterizzata da particolari accorgimenti prospettici, con fasce di travertino che la dividono in nove settori, fasce che vengono riprese dalla struttura delle paraste della chiesa e del Palazzo Piccolomini - ruotata in modo tale che l'ombra della facciata sulla piazza al mezzogiorno degli equinozi ricopra i nove riquadri della pavimentazione: colpisce il fatto che nonostante la riforma del calendario elaborata da Nicola Cusano nel XV secolo e successivamente introdotta da Gregorio XIII, Pio II decise di far costruire il suo progetto più caro, Pienza, in conformità all'errato calendario giuliano, che provocava uno spostamento degli equinozi e dei solstizi di un giorno ogni 129 anni.
Uno spostamento che, per quanto riguarda l'equinozio autunnale, corrispondeva all'epoca ad undici giorni e cadeva il 29 agosto, giorno in cui nell'anno 1462 Enea Silvio Piccolomini inaugurò la chiesa ed era perciò visibile il particolare gioco d'ombra sulla piazza.
Impossibile parlare di tutto, come del giardino all'interno di Palazzo Piccolomini, il primo 'giardino pensile' del Rinascimento, la quintessenza del concetto di natura artificialmente rinchiusa ed elevata, realizzato in forma quadrata; oppure degli interventi effettuati, oltre che a Pienza, a Roma, Siena, Viterbo, dalle scale di San Pietro, la loggia delle Benedizioni, l'ingresso ai Palazzi Vaticani, la pavimentazione del cortile, alla costruzione dei palazzi e della loggia di famiglia a Siena in uno alle tombe dei genitori in San Francesco, sino alla ricostruzione della rocca e alla fondazione del nuovo Palazzo del Governatore a Viterbo, alla fondazione di nuovi centri, quali Porto Ercole (1460), tanto per citare alcune altre opere, realizzate in buona parte con i fondi provenienti dallo sfruttamento delle miniere di allume della Tolfa.
Accompagna la rassegna, organizzata da Vernice progetti culturali srl Siena, un pregevole volume edito da Protagon Editori, Siena, che ne illustra le varie sezioni con numerosi ed interessanti saggi sia dei curatori che, fra gli altri, di alcuni membri del comitato scientifico; main sponsor Monte dei Paschi di Siena.
'Pio II, la città, le arti', a Pienza sino all'8 ottobre 2006.