Una città, forse di un paese dell'est europeo, in un gelido inverno di guerra è stretta nella morsa finale di un assedio. Un tempo ha avuto una rinomata università e una brillante vita culturale, ormai è semidistrutta dai bombardamenti e ridotta alla fame. È l'ambientazione di Libri da ardere, che anni fa ci sarebbe sembrata fantascienza e oggi, con le cronache di guerre e di devastazioni sempre più incombenti, ci potrebbe sembrare uno scenario di una città qualsiasi di un futuro prossimo.
Ancora in piedi, la casa di un illustre professore di letteratura ospita, oltre al padrone di casa, Daniel, il suo assistente, e una giovane allieva, amante di turno di Daniel.
La situazione d'emergenza altera brutalmente questo microcosmo: a poco a poco i normali punti di riferimento, non solo le convenzioni formali, ma anche quelle più solide su cui si basava l'esistenza precedente crollano, travolti dal puro desiderio di sopravvivenza, che inverte e modifica ogni rapporto, intellettuale, affettivo, di potere, e stravolge il senso intimo di ogni gesto, di ogni abitudine.
Il freddo domina la scena, con la sua capacità di paralizzare, di annullare ogni desiderio che non sia legato ad un pur minimo innalzamento della propria temperatura corporea. È Marina, fragile sotto l'apparente spregiudicatezza, a soffrirne di più, e a proporre per prima l'utilizzo della fornita biblioteca del professore come combustibile.
All'inizio si tratta quasi di un gioco un po' intellettuale, un complicato "distinguo" tra buona e cattiva letteratura. Ma alla fine, giunti all'ultimo romanzo sopravvissuto, non sono più le qualità
letterarie ad avere importanza. E il libro rivela tutta la sua valenza simbolica: rappresenta ciò che più identifichiamo con l'umano: il linguaggio, la comunicazione, la capacità di raccontare e ricordare, la voglia di sognare e immaginare insieme ad altri esseri umani. E allora, dopo l'ultima fiammata, non resta che la grande piazza coperta di neve e bersagliata dalle bombe, per aspettare la morte.
Il primo esperimento di una sorta di "messa in scena" di Libri da ardere, unico testo teatrale scritto da Amélie Nothomb, era stato curato da Cristina Crippa in occasione del quarantesimo compleanno della Biblioteca Civica di Monza. Quella semplice lettura scenica aveva avuto un esito ottimo, confermando, se ce ne fosse stato bisogno, la forza sottile di questo testo, resa evidente in modo particolare dalla scelta di tre attori che, per caratteristiche fisiche e qualità interpretative, aderivano con sorprendente naturalezza ai personaggi. In questo nuovo allestimento di Libri da ardere, che debutterà il 4 luglio ad Asti, Cristina Crippa, firmandone una vera e propria regia, naturalmente conferma le scelte degli interpreti: Elio De Capitani, reduce dai successi cinematografici e teatrali per il Caimano e la regia della Medea di Müller, sarà il professore; Elena Russo Arman, la più giovane attrice stabile del Teatro dell'Elfo, già interprete di molti memorabili personaggi (da Roma B.
del fassbinderiano I rifiuti, la città e la morte al ragazzino di Giochi di famiglia di Biljana Serblianovic, da Ermia del Sogno di una notte d'estate a Laura di Zoo di vetro), sarà Marina e, infine, Corrado Accordino, attore, regista, drammaturgo (autore di un bellissimo La cosmetica di Amélie, adattamento teatrale di un romanzo di Amélie Nothomb, Cosmetica del nemico) sarà Daniel, l'assistente. Completano il cast artistico altri due nomi della "tribu" dell'Elfo: Nando Frigerio per le luci e Jean-Christophe Potvin per il suono.
Biglietteria
Teatro Binario 8 - Via Turati 8, 20052 Monza
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Orari: lunedì - venerdì dalle ore 15.00 alle ore 18.30
Costo dei biglietti
Intero euro 18
Ridotto (Titolari Carta Più Feltrinelli, CRAL convenzionati, Under 25 e Over 65) euro 12
Under 18 euro 6