Domenico De Masi
Lavorare gratis, lavorare tutti
Ormai non esiste famiglia in cui non ci sia un figlio, un parente o un amico che non sia disoccupato. Se ne parla come di un appestato, abbassando la voce per non farsi sentire dagli estranei, e comunque sospettando che, sotto sotto, si tratti di un fannullone o di uno scapestrato. Con la disoccupazione giovanile stabile oltre il 40%, l'Italia è oggi un Paese con milioni di questi "fannulloni" e "scapestrati". Tutte le soluzioni sperimentate finora, compresi i voucher e il jobs act, celano l'intento di ampliare a dismisura un esercito di riserva professionalizzato e docile, disponibile a entrare e uscire dal mondo del lavoro secondo le fluttuazioni capricciose del mercato. Bisognerebbe invece avere il coraggio di affrontare la questione in tutta la sua gravità: la disoccupazione non solo non diminuirà, ma è destinata ad aumentare. Basta guardarsi intorno: ieri le macchine sostituivano l'uomo alla catena di montaggio, domani software sempre più sofisticati lavoreranno al posto di medici, dirigenti e notai. Insomma, il progresso tecnologico ci procurerà sempre più beni e servizi senza impiegare lavoro umano. E la soluzione non è ostacolarne la marcia trionfale, ma trovare criteri radicalmente nuovi per ridistribuire in modo equo la ricchezza. Per questo i disoccupati e tutti coloro che temono di poterlo diventare, se vogliono salvarsi, devono adottare una strategia di riscatto ben definita. Perché pretendere un comportamento e un'etica ritagliati sul lavoro quando il lavoro viene negato? Perché non trasformare i disoccupati in un'avanguardia di quel mondo libero dal lavoro e sperimentare le occasioni preziose offerte da quella libertà? Ciò che oggi si profila non è conquistare, lottando con le unghie e con i denti, un posto di ultima fila nel mercato del lavoro industriale, ma sedere nella cabina di regia della società postindustriale. La soluzione è un nuovo modello di sviluppo e di convivenza, che possa condurci verso approdi sempre meno infelici.
Domenico De Masi è nato a Rotello (CB) nel 1938. È professore emerito di Sociologia del lavoro presso l'Università Sapienza di Roma. Per Rizzoli ha pubblicato, tra gli altri libri, Il futuro del lavoro, Ozio creativo, Mappa mundi, Tag, Una semplice rivoluzione.
Editore: Rizzoli
Data di Pubblicazione: marzo 2017
EAN: 9788817092265
ISBN: 8817092266
Pagine: 256
Formato: rilegato
articolo pubblicato il: 31/03/2017