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nihil novi sub sole
di Luigi Delli Stanghi

I bogomili erano eretici di credenze manichee diffusi nei territori dell'Impero di Oriente, molto simili nelle loro concezioni teologiche ai catari che erano proliferati nel sud della Francia. Cattolici ed ortodossi si dovevano sempre distinguere, anche nei rispettivi eretici.

La storia ci racconta che le persecuzioni di cui furono vittime catari e bogomili fecero sì che tutti rientrassero nelle rispettive chiese ufficiali. Non dice questo, invece, un vecchio testo scritto da un arabo, secondo il quale i bogomili del nord dell'Albania e del Kossovo divennero musulmani per riconoscenza nei confronti dei turchi che li avevano protetti dalle vessazioni bizantine.

Se questa interpretazione fosse esatta si potrebbe dire nihil novi sub sole. Nella laicissima Andalusia le autorità vorrebbero trasformare la Cattedrale di Cordova, dedicata all'Immacolata Concezione della Vergine Maria, in un luogo di culto interreligioso, con tanto di prediche dell'imam di turno. Per odio alla religione cattolica si finirebbe per aprire la strada al ritorno dell'Islam in Spagna, secoli dopo la Reconquista. In questo progetto la Giunta di Andalusia si è trovata spalleggiata nientemeno che dalle Nazioni Unite. L'UNESCO, che dell'ONU è un'articolazione, ha registrato il sito come Grande Moschea di Cordova e non come Cattedrale della città.

Scrivevamo pochi giorni fa, nell'articolo "attenti a come si parla", di come l'UNESCO avesse classificato siti palestinesi il Muro del Pianto e la tomba dei Patriarchi. Niente di strano, quindi, che a livello di ONU si parli di Grande Moschea; quello che fa senso e che in Andalusia si gridi allo scandalo perché è stata recentemente ribadita la proprietà ecclesiastica del complesso tramite una registrazione fatta pagando una piccola tassa presso il competente ufficio catastale. La proprietà dell'edificio è stabilita dalla storia, dal giorno in cui fanti e cavalieri spagnoli entrarono in Cordova e affidarono agli ecclesiastici l'onere di gestire il complesso.

Non entriamo nel trip di chi dice che gli arabi erano all'avanguardia nello studio dell'algebra e dell'alchimia, come dicono gli stessi termini, nonché nella trasmissione della filosofia aristotelica, mentre i castigliani passavano tutto il giorno a sbalzarsi da cavallo ed a mollarsi robuste piattonate per tenere in esercizio il polso destro ipertrofico, che oggi si chiamerebbe polso del tennista. Qualcuno potrebbe dire che Diderot e D'Alembert ci sono stati perché Carlo Martello pensò bene di fermare l'Islam a Poitiers. Isabella di Castiglia continuò l'opera fino a Gibilterra e, più tardi, Eugenio di Savoia fermo i turchi sotto Vienna.

Quell'autentico laico che fu Atatürk trasformò la cattedrale di Santa Sofia, ad Istanbul, da moschea, come era diventata dopo la caduta di Costantinopoli, in museo. Con l'arrivo di Erdogan sono tornati a pregare gli iman. Mala tempora currunt? A seconda dei punti di vista. Quello che dà un po' da pensare è che il ritorno dell'Islam in Andalusia sia accompagnato da parole come laicità, intercultura ed apertura al diverso. Sinistra Unita andalusa ha più volte contestato al Capitolo della Cattedrale di "occultare la natura islamica del monumento", il che ci ricorda molto i bogomili riconoscenti nei confronti dei turchi.

articolo pubblicato il: 22/07/2017 ultima modifica: 01/08/2017

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