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speciale essenza e tramonto delle ideologie
viviamo la fine delle ideologie?
di Norberto Gonzalez Gaitano

Si e' detto che la caduta del muro di Berlino e il susseguente crollo del regime comunista nell'Unione Sovietica hanno contrassegnato la fine delle ideologie. Il secolo XX passera' alla storia come il secolo dei grandi movimenti di massa e delle ideologie, ma anche come il secolo della barbarie. Mai l'uomo ha causato la morte di tanti suoi simili in nome della conoscenza e del progresso: la barbarie della ideologia nazista ha prodotto Auschwitz; la barbarie dell'ideologia comunista ha come simbolo i Gulag staliniani, la barbarie dell'edonismo libertino sta producendo la morte silenziosa di cento milioni di bambini nell'utero materno prima della loro nascita; la barbarie del progresso industriale sta deforestando e rovinando la terra; la barbarie del progresso scientifico minaccia di produrre uomini in serie e "à la carte". Indubbiamente Dostoievski espresse un giudizio profetico quando, osservando il secolo scorso, affermava che "se Dio non esiste, tutto e' permesso".

L'inizio del secolo offre un panorama poco lusinghiero, pieno di timori e, soprattutto, di scetticismo. E' vero che la gente non si muove piu' al richiamo delle ideologie, per lo meno queste hanno perso la loro capacita' di trascinare le masse. Ma questo non vuol dire che la loro influenza sia scomparsa.

Non ci sono piu' sistemi di pensiero che vengono offerti ai cittadini al mercato delle idee, ma permangono i retaggi dell'ideologia. Accade, in questo mercato, lo stesso che in quello alimentare: non sono piu' di moda i prodotti forti, quelli che causano obesita', ma vengono consumati prodotti "light". Allo stesso modo il pensiero di moda e' il pensiero debole, che e' un pensiero con etichetta "light". D'altra parte, i partiti politici, sottoprodotto delle ideologie, non hanno ne' la forza morale ne' la capacita' di agglutinare i cittadini in grandi concezioni del mondo e dell'uomo. Sempre piu' si assomigliano tra di loro nel sistema di valori che propugnano, che e' primariamente il sistema del liberalismo ideologico, ossia "una certa permissivita' di base, della quale non se ne possono definire con precisione i limiti" (Bell, 1976, 85) e differiscono esclusivamente nelle proposte economiche, vale a dire se si devono pagare piu' o meno imposte, nella portata delle prestazioni sociali, etc. Vale a dire che differiscono nella politica del borsellino, nelle linee del Bilancio. Sui temi veramente definitivi ed essenziali per configurare la societa' e la cultura, come sono i temi dei valori, cioe' i temi morali e religiosi, i partiti politici non hanno altro credo che quello dei voti.

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