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spettacolo
"Circeo"

a Teatri di Vita di Bologna


Circeo è un luogo del mito, dove Ulisse incontra la maga Circe. Ma è anche un suggestivo spazio evocativo per la danza di Fabrizio Favale e la compagnia Le Supplici, che si materializzerà il 22 marzo in prima mondiale a Parigi, al Théâtre National de la Danse di Chaillot. Il pubblico bolognese potrà assistere in anteprima a "Circeo" in una "prova aperta" a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 051.566330; www.teatridivita.it), venerdì 16 marzo, alle ore 21. In scena, i danzatori Daniele Bianco, Andrea Del Bianco, Vincenzo Cappuccio, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Mirko Paparusso, Kenji Matsuyama Ribeiro, Stefano Roveda, Daniele Salvitto. Musiche originali Daniela Cattivelli. Co-produzione Théâtre National de la Danse Chaillot, Paris (FR) / KLm - Kinkaleri / Le Supplici / mk (IT), con il contributo di MIBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna e Fondo per la Danza d'Autore/Regione Emilia-Romagna.

Circeo è un promontorio affacciato sul Mar Tirreno. Luogo mitico di approdo di Ulisse e incontro con Circe. Questo nuovo lavoro di Fabrizio Favale Le Supplici, che debutterà in prima mondiale a Parigi, al Théâtre National de la Danse di Chaillot il 22 marzo, nasce attorno a un'ipotesi spettacolare in cerca di una forma scarna, primitiva, qualcosa che resta agli albori, dove ciò che resta è pura circolarità, ipnosi, sogno: Circeo. E largo orizzonte, geometria, solco di balene, montagna sottomarina: Vavilov. E sommovimento tellurico, fuochi, fumo, ghiaccio, vulcano subglaciale: Hekla. E fiaba, mantra, formula incantatoria: Circe. In un orizzonte esteso e privo di riferimenti, antartico, incantatorio, i danzatori affondano pienamente in un universo/mantra senza spessore, leggero e cangiante, fatto della pura ricercatezza e complessità del movimento, come in un ricamo senza fine, fatto di velocità e lentezza, di simultaneità intraviste e subito raccolte, di calore e di gelo, di distanze, di approssimazioni, di incontro, di baci, di energia consumata, di corpi spossati e arenati. Nell'incertezza tra il mentale e il fattuale, il notturno e il diurno, i danzatori parlano un linguaggio che sembra non appartenere più a noi, ma un mare tempestoso.

Il lavoro presenta una ulteriore sequenza di azioni, che avvengono parallelamente alla struttura danzata, influenzandone costantemente le atmosfere e lo spazio. Queste azioni si articolano perlopiù ai lati della zona performativa, nella penombra o oscurità, e hanno a che fare con elettricità, con cambiamenti luminosi e bagliori, con l'uso di strumentazioni da vulcanologia, blocchi di ghiaccio, roccia, carbone, profili di animali non chiaramente identificabili... modificando atmosfere d'un mondo inventato in un tempo imprecisato.

Fabrizio Favale, dopo aver studiato negli U.S.A. e al Centro Regionale per la danza di Reggio Emilia, entra a far parte dell'organico della Compagnia Virgilio Sieni Danza dove è solista dal 1991 al 1998. Più volte premiato dalla critica, nel 1996 riceve il "premio della critica come miglior danzatore italiano dell'anno". Nel 1999 fonda la Compagnia Le Supplici. Nel corso degli ultimi anni la compagnia ha ricevuto premi prestigiosi e riconoscimenti internazionali. Fabrizio Favale torna a Teatri di Vita a 4 anni esatti dalla presentazione dello spettacolo Un ricamo fatto sul nulla.

articolo pubblicato il: 09/03/2018

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