Se nel 787, nel secondo Concilio di Nicea, avessero prevalso gli iconoclasti, la pittura europea avrebbe avuto un altro corso e migliaia di pittori che nei secoli hanno eseguito affreschi, dipinti e ritratti, avrebbero anticipato i quadri di Pollock e degli informali. Fortunatamente l'iconoclastia, sostenuta dagli imperatori bizantini Leone III Isaurico e Costantino V Copronimo, ebbe la peggio nelle discussioni conciliari e l'astrattismo è oggi una scelta autonoma del singolo artista.
Grande teorico di questa nuova visione dell'arte è senza dubbio Wassily o, secondo un'altra trascrizione dal cirillico, Vasilij, Kandinsky, nato a Mosca da un'agiata famiglia nel 1866 e morto a Neully, vicino a Parigi, nel 1944.
Da giovane, il pittore si dedicò a lavori etnografici, studiando i costumi di remote regioni del vasto territorio russo e coltivò questo interesse per tutta la vita. Si può dunque affermare che l'astrattismo, nato ufficialmente con un piccolo acquerello nel 1910, ha un'origine inaspettatamente legata all'arte popolare.
La svolta nella vita di Kandinsky si ha quando rinuncia nel 1896 ad una cattedra di studi giurido-economici in Estonia per trasferirsi a Monaco di Baviera e dedicarsi alla pittura. Monaco era allora la culla della Jugendstil, versione tedesca del modernismo ed il giovane artista si imbeve di teorie modernistiche, impressionistiche e simbolistiche. A questo periodo risale anche l'amicizia con Paul Klee.
A Monaco Kandinsky si dedica a studi di teosofia e di scienze occulte, teorie che avranno profonda influenza sulla sua ricerca, sia teorica che pratica. In questo periodo fonda con altri pittori la NKVM, Nuova Associazione degli Artisti di Monaco, e fa amicizia con artisti di altre branche, come il musicista Arnold Schomberg, creatore della musica dodecafonica. L'amicizia con il musicista influenza le idee del pittore in merito alla sinestesia ed alla circostanzialità della musica e della pittura.
Il progressivo abbandono della rappresentazione lo porta alla rottura con gli amici della NKVM, per cui fonda il Cavaliere azzurro, un nuovo gruppo più aperto alle esperienze di pittori moderni come Picasso e Derain.
Allo scoppio della Grande Guerra Kandinsky ritorna a Mosca e, dopo la Rivoluzione d'Ottobre, promuove un nuovo gruppo artistico ed assume importanti incarichi in seno all'amministrazione sovietica, nel campo artistico-museale. Nonostante i riconoscimenti, però, decide di effettuare un viaggio di lavoro in Germania, che immediatamente si converte nel definitivo abbandono della Russia. In Germania, grazie all'amicizia con Gropius, entra nel Bauhaus, in cui prende la direzione della sezione di pittura decorativa. Insieme a Klee, Jawlenski e Feininger costituisce il gruppo dei Quattro Azzurri.
Abbandona quindi la germania in favore della Francia, della quale diventerà cittadino, all'avvento del nazismo, in quanto le sue opere vengono catalogate all'interno di ciò che veniva considerato "arte degenerata".
In Francia le cose non vanno molto meglio, perché Kandinsky non gode il favore della critica e non vuole abbracciare il vincente surrealismo, nonostante le pressioni del teorizzatore Breton.
Le sue ultime opere si allontanano dalla geometria del Bauhaus e Kandinsky predilige, prima di morire, forme organiche e biomorfe. Non farà in tempo ad assistere al pieno trionfo, nel secondo dopoguerra, dell'astrattismo.