3 parte
Per iniziare il percorso turistico del sito e' doveroso conoscerne alcune principali caratteristiche.
Le rovine consistono essenzialmente nelle mura, in quattro templi (tre dorici e uno italico) e altri minori, nella via sacra, nell'anfiteatro ed in altri resti.
La pianta della città e' rettangolare, con un angolo smussato, per cui le mura descrivono un pentagono irregolare di circa 4750 metri di perimetro con quattro porte, numerose torri quadrate e circolari inglobate. Le mura sono di fondazione greca, ma furono rafforzate e rifatte dai Lucani e dai Romani; hanno uno spessore compreso tra i 5 e i 7m e sono composte da grossi blocchi parallelepipedi di calcare. Due strade principali attraversano la città intersecandosi ad angolo retto: il Cardo e il Decumanus.
Il Cardo congiunge la "porta Aurea" a nord, dove inizia la via dei Sepolcri, con la "porta della giustizia" a sud, mentre il Decumanus collega "porta della Sirena" a est, con la "porta marina" a ovest.
Al centro si estende l'area pubblica, di due epoche distinte: quella greca del V sec. a.C. e quella romana. Quest'ultima aveva qui il suo foro, il tempio della triade capitolina, la basilica; alle spalle del foro si ergeva l'anfiteatro e un ginnasio ellenistico con una grande piscina.
Gli scavi, iniziati sistematicamente nel 1907, hanno riportato alla luce oltre alle mura ed al foro, il santuario urbano, quartieri di abitazioni, complessi termali ed altri corpi.
I resti imponenti dei templi costituiscono un rilevante esempio dell'ordine dorico in Italia; essi sono essenzialmente tre: la cosiddetta Basilica, il tempio di Cere e quello di Nettuno.
Entrando nel recinto degli scavi per l'ingresso principale, si ha di fronte il Tempio di Nettuno, a sinistra la Basilica e piu' lontano, a destra, il Tempio di Cerere (Atena).
Cosi' chiamata dai primi archeologi del '700, la Basilica e' il piu' antico tempio di Paestum, eretto poco dopo la meta' del sec. VI a.C. (circa 540). Il tempio, dedicato alla dea Hera, e' di ordine dorico e conserva ancora tutte le sue 50 colonne originali: 9 su ciascuno dei lati corti e 18 nei lati lunghi. Sopra le colonne poggia l'architrave che sorregge a sua volta il fregio con Metope e Triglifi. La cella interna (naos), preceduta da un portico, era divisa in due navate da 7 colonne.
Davanti al tempio e' situato il grande altare dei sacrifici, in gran parte conservato ed accanto il pozzo sacrificale (bothros) quadrato nel quale venivano gettati i resti dei sacrifici. A destra della Basilica, e con essa allineato, troviamo il Tempio di Nettuno o Posidonion, il piu' grande e meglio conservato dei templi, eretto nel 450 a.C. Il materiale impiegato nella sua costruzione e' un tipico travertino locale che ha assunto nel tempo una calda patina dorata che varia di intensità luminosa e colore a seconda dell'incidenza dei raggi solari.
La struttura grandiosa e possente dell'edificio, unita alle perfette proporzioni fanno di questo edificio l'esempio piu' perfetto dell'architettura dorica templare in Italia ed in Grecia. Esso sorge sopra un basamento al quale si accede da tre gradini; e' formato da una cinta di colonne a 24 scanalature, 6 nei lati minori e 13 in quelli maggiori e da un ampio portico antistante la cella. Il travertino dei fusti e' molto consumato , mentre sono ben conservati i capitelli sui quali poggia l'architrave possente. Sopra quest'ultima e' il fregio con metope e triglifi. La cella, sopraelevata, ha un vestibolo anteriore (pronao) e uno posteriore (opistodomo) con due colonne ciascuno. Divisa in tre navate da due pilastri e sette colonne, sormontate da un secondo ordine di colonne piu' piccole, in parte ancora visibili, che un tempo dovevano sorreggere il soffitto.
Dal tempio di Nettuno un sentiero raggiunge il foro, una piazza rettangolare di 157m x 57m.
Il Foro risale all'insediamento della colonia latina e oblitera un settore della vecchia agora' greca.
Fiancheggiato da vari edifici pubblici e religiosi e da botteghe era cinto su tre lati da un porticato. Della fase romana e' conservato il Macellum, mercato della carne e del pesce. Un edificio con semicolonne e un'esedra formante un ordine di sedili sembra essere stato un luogo di riunione, mentre una sala rettangolare ci mostra parte delle antiche terme. Oltrepassate alcune botteghe si giunge al cosiddetto tempio italico, progettato intorno al 273 a.C.; con ogni probabilità doveva essere il Capitolium della città dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Esso sorge su un podio, preceduto da una gradinata, davanti alla quale e' un semplice altare rettangolare; il tempio aveva originariamente 6 colonne sul lato frontale (ridotte a 4) e 8 sul lato lungo: sei di queste furono trasportate dai Normanni a Salerno e impiegate a sostegno delle volte di un salone nel Palazzo Vescovile. Proseguendo si trova il Comitium, luogo per le assemblee dei cittadini e si arriva alle spalle del Foro dove sorge l'Anfiteatro romano, esternamente in laterizio, tagliato in due da un tratto della vecchia statale 18.
Ad Ovest dei templi corre la via Sacra, la strada delle processioni religiose. Larga 9 metri la strada conserva ancora, come a Pompei, il solco lasciato dalle ruote al passaggio dei carri; il lastricato e' di epoca romana anche se la strada risale al periodo greco. Si arriva infine al tempio di Cerere.
Erroneamente attribuito alla dea Cerere il tempio è dedicato ad Athena, come attesta il rinvenimento di numerose statuette fittili e testine della dea ed un frammento di vaso con il suo nome: è il terzo dei grandi templi dorici di Paestum, eretto alla fine del VI sec. A.C. Il magnifico tempio si presenta elevato con un portico di 34 colonne scanalate. Molto simile nelle forme a quelle della Basilica, sia nella struttura delle colonne che nella decorazione dei capitelli. Solo parte dell'architrave risulta conservata. All'esterno del muro meridionale della cella si trovano tre tombe di epoca cristiana risalenti all'alto medioevo.
Uscendo dalla cinta cittadina si puo' proseguire l'itinerario con la visita al museo.
Questo, inaugurato nel 1952, accoglie i materiali e le suppellettili rinvenuti nella cittadina, nelle necropoli dei dintorni e nel santuario di Hera alla foce del Sele. Articolato in varie sale, il museo accoglie reperti datati dal VII sec. a.C. al VII sec. d.C.: vi si trovano preziose testimonianze della vita quotidiana e dell'attività artistica e artigianale della città greca e poi della città latina.. Tra i pezzi più importanti spiccano le sculture del tesoro del santuario di Hera. Notevoli sono anche l lastre dipinte della cosiddetta Tomba del Tuffatore e diversi frammenti di pitture funerarie del IV sec. A.C.
Fine