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grilli parlanti

debito pubblico e privato

di D. B. V.

Fiscalità, risparmio, rigore dei bilanci. Al punto di massima tensione nazionale ed internazionale cui siamo giunti, certe cose bisogna pur tenerle presenti. I Paesi del Nord tanto rigorosi e intransigenti nel negare ogni condivisione reale degli strumenti di debito pubblico per affrontare l’epocale emergenza, nonché “cani da guardia” implacabili contro l’indebitamento di ciascuno Stato membro della sgangherata Unione Europea, sono quelli che registrano il più alto debito privato, cioè la percentuale di indebitamento delle famiglie rispetto al reddito disponibile.

La graduatoria è la seguente: Danimarca 281,33 – Paesi Bassi (volgarmente detti Olanda) 239,49 – Norvegia 239,17 – Svizzera 223,03 – Australia 216,83 – Svezia 188,87 – Lussemburgo 186,43 – Corea del Sud 184,20 – Canada 181,76 – Italia 86,76.

Ora, gli economisti discettano sui significati di questo dato, che per taluni è indice di diffusa sofferenza finanziaria, per altri rivela al contrario dinamismo dei mercati interni. Sta di fatto che Nazioni caratterizzate da elevate retribuzioni e parallelo alto costo della vita, si presentano con contenuto debito pubblico ma con un vertiginoso indebitamento delle famiglie, cioè con economie il cui ritmo di sviluppo (finché c’è stato) è largamente fondato sul “pagherò”. E la non onorevole graduatoria vede in testa “grilli parlanti” come Olanda e Danimarca (parlanti in proprio e soprattutto come ventriloqui della Germania), con la prima che campeggia nel mondo dei “Paradisi fiscali”, cioè la spiaggia d’approdo di capitali e società che evadono per trilioni di euro i loro obblighi tributari e drenano la ricchezza prodotta in ciascuno dei nostri Paesi. Quindi, ricordiamo sempre che, a fronte di un pesantissimo indebitamento pubblico della nostra Italia – frutto antico e recente di gravi inefficienze e di demagogie democristian/comuniste cui non hanno posto rimedio i governi del terzo millennio – disponiamo di un grandioso patrimonio costituito dal risparmio privato, il cui importo complessivo è tra i maggiori del mondo: una leva virtuosa che governi virtuosi potrebbero virtuosamente azionare per ridare impulso al sistema economico, riconoscendo remunerazione poca ma certa e intangibilità del capitale. Il pericolo, invece, è che “governi delle tasse” (come quello attuale ed ogni altro tradizionalmente ad egemonia post-comunista, vedi PD e LeU e grillismo alla Fico), con l’acqua alla gola, mettano nel mirino questo patrimonio di risparmio privato e familiare per prelievi forzosi, “contributi di solidarietà”, “tasse di scopo”, patrimoniali una tantum… cioè semper tantum, ed altre denominazioni di esproprio, naturalmente accompagnate da violazioni totali della libertà e della riservatezza in nome dell’emergenza: cioè l’ideale ricetta socialista…

In proposito vogliamo ricordare che il prelievo forzoso e indiscriminato a carico di ogni cittadino (benestante o indigente che sia) è già in Italia parossistico e quotidiano. Ogni genere è tassato in Italia oltre il sopportabile. Il petrolio, come costo all’origine, è crollato in modo allucinante: non vale più niente, anzi vale al contrario, i Paesi produttori non riscuotono ma pagano (!) 37,63 dollari al barile a chi lo acquista, pur di liquidare i propri stoccaggi. Ebbene, si è forse conseguentemente dimezzato almeno il costo della benzina e del gasolio? Per niente, poiché a parte la miseria riconosciuta al benzinaio (18% nella miglior ipotesi), tutto il resto del prezzo alla pompa è IVA e “accise”, tutte tasse: il bene di consumo, tolto il trasporto e un compenso alla trasformazione, non dovrebbe costare niente!

Ma questo è solo l’esempio più eclatante.

Altre denunce, le abbiamo già sollevate su ogni tipo di bollette: energia, gas, acqua… il costo riferito al bene consumato è la minima parte. Tutto il resto è “costo di distribuzione”, “oneri della rete” e così via parassitando: rileggete il dettaglio nel retro della bolletta. Ormai, la raccomandazione di spegnere la luce o non sciupare l’acqua si risolvono in un risparmio insignificante! Ecco, questi sono i problemi dell’Italiano medio contemporaneo, altro che gli 80 euro (che poi sarebbero 50) di Renzi o i buoni-spesa a bisognosi falsi oppure a quelli veri, che poi sono proprio quelli che hanno pudore a presentarli al negoziante! Su questi abbiamo da tanto tempo chiamato la Sinistra e la Destra e chi in politica va qua e là, a prendere di petto le assurdità, a fornire risposte e praticare soluzioni. A tutt’oggi nessun riscontro. Si parla d’altro.

articolo pubblicato il: 02/05/2020 ultima modifica: 10/05/2020

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