torna a "LaFolla.it" torna alla home page dell'archivio contattaci
cerca nell'archivio




ricerca avanzata


Google



contattaci

ingrandisci o rimpicciolisci il carattere del testo

attualità
la Resistenza al miglior offerente

Una signora, magistrato del Tribunale di Roma, ha comprato un appartamento in via Tasso 145 dall'anziano proprietario, che abita a Milano e lo teneva chiuso dal 1989. Fin qui nulla di particolare; a Roma come altrove transazioni edilizie se ne fanno a centinaia ogni giorno. La notizia sta nel fatto che al civico 145 dall'otto settembre 1943 al quattro giugno 1944 ebbe sede il comando di Roma della Gestapo, con annesso carcere. L'appartamento in questione era l'armeria del carcere. Il proprietario da anni cercava di venderlo allo stato, dovendo pagare a Milano mille euro di affitto al mese, ma dal 1989 ad oggi il Ministero per i Beni culturali, nonostante le assicurazioni, non ha avuto il tempo di definire la pratica di acquisizione. Le trattative sembravano giunte a conclusione, ma le lentezze burocratiche hanno avuto la meglio sulla volontà del proprietario di cedere allo Stato i suoi cento metri quadrati in zona centrale.

Sono molti i romani che ignorano l'esistenza di un museo molto particolare in via Tasso, nella zona di San Giovanni in Laterano, ma "via Tasso" era un nome che tutti i romani conoscevano durante l'occupazione nazista di Roma, anche se nessuno osava pronunciarlo e si diceva semplicemente: "là, a San Giovanni", perché il solo nome faceva paura. Nei locali un tempo affittati all'ufficio culturale dell'ambasciata tedesca, era sto organizzato un carcere gestito interamente dalla Gestapo, ben più terribile degli altri luoghi di sofferenza dei detenuti politici, quali i sotterranei di palazzo Braschi, le pensioni "Oltremare" e "Iaccarino" o il braccio politico di Regina Coeli. Nell'immediato dopoguerra il proprietario vendette l'intero complesso a vari acquirenti che lo trasformarono in appartamenti d'abitazione. A ricordare quei giorni funesti sono rimasti due appartamenti rimasti identici a come li lasciarono le S.S. in ritirata (in un appartamento a pianterreno ha sede al Museo storico della Liberazione di Roma).

Una visita a via Tasso sarebbe auspicabile per gli studenti romani, ma anche per qualche turista, tra le migliaia di persone che annualmente si recano nella Città Eterna. Certo non è una visita allegra; entrando nei locali adibiti a celle, al visitatore prende un'angoscia indicibile. Lì sono passati (e ferocemente torturati) tanti italiani, politici, intellettuali, ma anche gente comune e militari reduci dalla battaglia di San Paolo per la difesa di Roma. Tanti furono uccisi (alcuni alle Fosse Ardeatine), tanti non resistettero agli stenti e alle percosse. Alcuni di loro furono portati dietro dalle S.S. in fuga come ostaggi nel giorno della liberazione e fucilati poco a nord della città, in località La Storta (fra essi il sindacalista Bruno Buozzi). Il museo è visitabile gratuitamente e senza prenotazione.

Commenta Manda quest'articolo ad un amico Versione
stampabile
Torna a LaFolla.it