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Fred Buscaglione

Fred Buscaglione, all'anagrafe Ferdinando, è stato il cantante più innovativo degli anni cinquanta. In un'epoca in cui la musica leggera italiana era ancora legata a motivi dei decenni precedenti, alle rime amore/cuore/dolore o mare/amare, Buscaglione irruppe sulla scena con canzoni (scritte con il paroliere Leo Chiosso) completamente diverse, come "Che bambola!", "Teresa non sparare", "Eri piccola così". Anche il suo personaggio era completamente diverso: niente aria ispirata e sofferente d'amore, nessun gesto romantico con le braccia, si presentava in scena con la sigaretta all'angolo della bocca, i baffetti da gangster, pose da duro dei film americani.

La leggenda metropolitana diceva che in gioventù avesse fatto lo scaricatore al porto di Genova, forse per una sovrapposizione con l'attore che nei primi anni del novecento aveva avuto successo come Maciste e "camallo" lo era stato davvero: Buscaglione, in realtà, era di Torino e aveva seguito regolari studi al conservatorio.

Il confine tra immedesimazione nel personaggio e rivisitazione ironica era molto sfumato; non si sapeva dove finiva l'imitazione di un Clark Gable o di un Humphrey Bogart e dove iniziava la parodia, come Carlo Dapporto negli stessi anni (anche lui con tanta brillantina nei capelli) imitava i seduttori fin de siécle. Ma non c'era parodia in quella sua Thunderbild rosa confetto holliwoodiana con cui girava per l'Italia nell'epoca delle Topolino e delle Seicento; proprio a bordo di quella macchina andò a schiantarsi alle 6.30 del mattino (un'ora impossibile allora anche per i più inveterati nottambuli) contro il prosaico camion carico di tufo di alcuni muratori che stavano per iniziare la propria giornata lavorativa. Era mercoledì 3 febbraio 1960 e Fred Buscaglione, con una morte alla James Dean, entrava nel mito.

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