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cronache
giorno dopo giorno

L'americana Jill Price soffre di una sindrome particolarissima: ricorda di tutto ciò di cui è venuta a conoscenza negli ultimi ventotto anni, di ogni giorno dagli avvenimenti importanti del mondo alle proprie minuzie quotidiane.

Fin da bambina, aveva problemi, sia in famiglia, perché correggeva tutti su tutte le cose che erano accadute, sia a scuola perché, avendo una memoria che funzionava in modo particolare, non riusciva ad apprendere.

Fu ai trentaquattro anni d'età che si rese conto di non essere normale e chiese aiuto all'Università di California. Agli allibiti ricercatori riuscì a citare pagine scelte a caso tra le migliaia dei diari che scrive dall'età di dieci anni.

Gli scienziati hanno battezzato questa sindrome come ipertimestia. Venti aree del cervello di Jill, fra le quali la corteccia prefrontale che controlla la memoria a lungo termine, sono più grandi della media. In compenso, la donna ha una lateralizzazione anomala, una confusione nella divisione dei compiti tra le due metà del cervello che è spesso considerata causa di autismo.

Ma Jill non è autistica, è solo depressa, perché ricorda perfettamente anche i suoi più piccoli errori nella vita quotidiana. Secondo lei, che sta per lanciare una autobiografia negli Stati Uniti, avere una super memoria non è affatto cosa buona.

La sua speranza è che lo studio del suo cervello possa aiutare la scienza a trovare nuove vie per la cura degli smemorati.

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