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il Delfino e la Balena
di Teddy Martinazzi

Per la prima volta, almeno fino al prossimo ottobre, salvo qualche altro terremoto post-europee, il PD avrà un ex democristiano come segretario.

Chi credeva che Mino Martinazzoli fosse il Capitan Achab della Balena Bianca dovrà ricredersi. La DC è ormai scomparsa da quindici anni, ma i suoi uomini si sono sparsi un po' dovunque e ovunque comandano o quantomeno condizionano.

I novantadue striminziti voti ottenuti da Parisi nell'assemblea nazionale del PD dimostrano che il progetto "ulivista" ha avuto un senso solo quando a capo vi era l'ex democristiano Prodi e che il PD è ancora la somma dei DS e la Margherita, che poi non era altro che i Popolari (ex sinistra DC), più un Rutelli dal passato pannelliano folgorato sulla via di Damasco.

Non è il caso di ripetere qui una storia che tutti sanno, che Occhetto non ebbe il coraggio di "suicidare" il PCI lasciando i suoi uomini liberi di andare dove volessero; credeva che cambiare nome un paio di volte bastasse per creare una cosa nuova. Cosa fatta capo ha, dice il motto dannunziano ripreso da "capo ha cosa fatta" (Inferno, XXVIII) e ci possiamo mettere anche quod factum est fieri non potest (scusate le reminiscenze letterarie).

Certo è che il PD veltroniano non ha dato l'idea di un partito dal progetto unitario. Che ci azzecca, direbbe Di Pietro in attesa della mietitura di giugno (non quella della sua masseria, ma quella, probabilissima, delle europee) una senatrice Binetti con gli eredi di coloro che vinsero i referendum sul divorzio e sull'aborto? Non ci dovrebbe azzeccare.

Chi si frega le mani è la Conferenza episcopale che si trova cattolici piazzati un po' dovunque. Le uniche parole apertamente laiche che si sono sentite ultimamente sono state pronunciate da Gianfranco Fini, il che è tutto dire.

Può darsi, comunque, che Franceschini, che ha imparato a far politica in quella fucina di giovani rampanti che era la sede del Movimento Giovanile DC, riesca a recuperare i consensi persi dal suo predecessore. Non dovrebbe essere difficile. Le uniche volte che Veltroni ha parlato con autorevolezza è stato solo per contestare, inorridito, le battute di Berlusconi, come quella dei soldati necessari per fare la guardia alle belle ragazze italiane.

Si sa che Berlusconi non rinuncerebbe a sparare una battuta nemmeno con la mordacchia; ha rischiato anche una crisi diplomatica con l'Argentina per aver ricordato certe brutte abitudini dei tempi della dittatura. Il Clarín, il più importante quotidiano di Buenos Aires, ha ripreso la notizia, guarda caso, dall'Unità, per montare la protesta. Ci sarebbe da dire che la proprietaria del quotidiano bonairense fu accusata non molto tempo fa di avere illegalmente adottato, come molti altri, figli di desaparecidos. Sia detto per inciso, i rampolli in questione si sono ben guardati dal sottoporsi all'esame del DNA, forse perché la considerano la vera mamma o forse perché è meglio essere figli di una ricca signora che di sconosciuti comunisti.

Il dato di fatto è che Veltroni ha fatto sentire tutta la sua indignazione solo per le battute berlusconiane. In altri casi, che non vale la pena di ricordare, ha parlato sommessamente, così da non suscitare nervosismi tra le varie anime del PD. Non è così che si vincono le elezioni o che magari le si perdano, ma a testa alta.

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