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un monumento del novecento
di Carla Santini

Cento anni fa, esattamente l'11 maggio 1904, nasceva in Catalogna, a Figueras (Figueres in catalano), Salvador Dali', uno dei monumenti del Novecento.

Il padre di professione era notaio, ma dedicava i suoi momenti liberi all'amore per l'arte, per cui si accorse ben presto delle doti del giovane Salvador, e trovo' quindi naturale che il figlio a dodici anni si iscrivesse ad una scuola di disegno, invece di sognare un futuro di atti e rogiti.

Gia' a quell'eta', grazie al pittore Ramon Pichot, amico del padre, Dali' conosceva l'Impressionismo e il Divisionismo e proprio in chiave impressionista iniziava i suoi primi lavori, come l'Autoritratto e la Bambina che ricama. Contemporaneamente alla pittura, il giovanissimo Dali' si dedicava alla scrittura, collaborando al periodico locale Studium, con articoli sui "grandi maestri della pittura". Buñuel.

Furono anni di grande fermento, nei quali Dali', al pari degli altri ospiti della residenza universitaria, inizio' a farsi conoscere per il rinnovamento formale, utilizzando varie tecniche e muovendosi con grande liberta' all'interno delle piu' nuove correnti pittoriche, dall'ultraismo al post-cubismo, non disdegnando il purismo ed altre nuove figurazioni. Nel frattempo scriveva per riviste di caratura internazionale, come la francese L'Esprit Nouveau e l'italiana Valori Plastici.

Viaggi a Parigi si alternano alle mostre, personali e collettive, insieme alla realizzazione di scenografie per le opere teatrali di Lorca e di Adria' Gual. Lorca gli dedichera' un'ode, pubblicata sulla Revista de Occidente. E' in questi anni che il pittore abbraccia completamente la poetica surrealista, divenendone un esponente pienamente riconosciuto dagli altri grandi, come Tristan Tzara, De Chirico, Miro'. Ma Dali' continuera' la propria ricerca anche in altri campi, come l'astrattismo o l'utilizzo di materiali non canonici, per giungere ad una sua propria interpretazione del surrealismo, sulla base delle teorie freudiane, che chiamera' "metodo paranoico critico", un "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull'associazione interpretativa critica di fenomeni deliranti", come spieghera' ai suoi amici. Risale a quegli anni la collaborazione con il regista Buñuel nella realizzazione di pellicole surrealiste, come Un chien andalou e La edad de oro.

Risale all'estate del 1929 l'incontro con Helena Diakonoff, detta Gala, a quel tempo moglie del poeta Paul Eluard. Non si lasceranno piu'. I maligni fanno risalire all'incontro con Gala la fine dell'amicizia con Garcia Lorca e non a contrasti di carattere poetico-estetico e della collaborazione con Buñuel.

Il resto della lunga vita del pittore e' un susseguirsi di successi internazionali, di assoluta indipendenza dalle correnti artistiche, di grandi rotture, come quella con Andre' Breton, nel 1941. Le sue opere sono apprezzatissime negli Stati Uniti, dove espone nelle principali citta' tiene conferenze e non disdegna di dedicarsi ad altro, come realizzazioni di campagne pubblicitarie per Vogue, sceneggiature, spesso non realizzate cinematograficamente, regia di una sequenza in un film di Hitchcock.

Nel 1948, dopo anni di permanenza negli USA, sconvolge tutti quando decide di rientrare in Spagna, dichiarandosi cattolico e convinto franchista. La sua continua ricerca di nuove forme di espressione non si ferma; pubblica il saggio Manifesto mistico, nel quale esprime un rinnovato interesse per il classicismo, poi si avvicina all'Espressionismo astratto statunitense. Negli anni 60 si avvicinera' alla pop art e all'optical art.

Seguitando ad alternare la sua attivita' di pittore con la scrittura di saggi e commedie, Dali' passa i suoi ultimi anni ad organizzare musei della sue opere, negli USA, ma soprattutto nella natale Figueres. Nominato marchese di Pubol da Juan Carlos, sopravvive sette anni, fino al 1989, alla scomparsa della sua amata Gala.

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