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speciale Barletta
p.s.t.b., ovvero piano strategico territoriale

Prova generale: le assemblee di quartiere. Percorso partecipativo, più articolato e scientificamente definito: il Piano Strategico Territoriale. Da Novembre 2003 a tutt'oggi, già realizzati tre dei cinque forum programmati di questo strumento "che contiene la meta che si intende perseguire, le strategie e le azioni da percorrere, gli strumenti e i progetti necessari per costruire insieme la visione della città futura".

Si tratta di un progetto ambizioso che la Giunta comunale di Barletta, con ottima e fedele interpretazione delle linee programmatiche del mandato amministrativo 2002 - 2007, deliberate in apposito documento del Consiglio Comunale (n.45 del 18.12.02), ha inteso concretizzare "attraverso un'azione sinergica tra l'amministrazione pubblica, i saperi locali, le associazioni di categoria, gli ordini professionali e i sindacati".

Una specie di convocazione degli Stati Generali della città per progettare l'immagine futura del territorio, con la collaborazione di "importanti e riconosciuti urbanisti di fama internazionale", a coronamento di un meticoloso lavoro di preparazione, avviato con la costituzione di un Tavolo congiunto con l'Associazione degli Industriali della Provincia di Bari, sin dall'anno duemila, con la quale si è sottoscritto un Protocollo di intesa finalizzato all'istituzione di importanti servizi territoriali (ufficio marketing territoriale, agenzie di sviluppo, ufficio Europa, job center). Favorire lo sviluppo locale sostenibile del territorio di Barletta, definire il ruolo della città nella competizione nazionale ed internazionale, attuare le politiche di sviluppo dell'Unione Europea che promuovano il metodo della concertazione tra i livelli di governo, favorire la mobilitazione delle risorse locali definendo i rapporti con i saperi locali (Università, Centri di Ricerca) sono le finalità che, il Piano Strategico Territoriale, deve saper definire in obiettivi di rigorosa attuabilità. Il Sindaco della città, dott. FRANCESCO SALERNO, ha voluto, così, indicare cinque assi tematici sui quali elaborare il Piano strategico territoriale ravvisandolo come "un processo creativo nel quale l'approccio parte dal basso con il coinvolgimento degli attori sociali ed economici della città". Questa esperienza o. per meglio dire, questa sperimentazione, nuova ed affascinante, di democrazia partecipata, ha avuto il suo avvio il sedici dicembre del duemilatre con l'attuazione del primo Forum su "Società e cultura locale", condotto con la metodologia del lavoro di gruppo, utilizzabile in tutti e cinque i Forum, la cui produttività è responsabilmente demandata ai ruoli ben definiti di un Garante con compiti di coordinamento, di gestione e di orientamento nel gruppo, di un Facilitatore che ne stimola l'attenzione e la partecipazione ed un Responsabile operativo o P.R. che raccoglie, sintetizza ed esternizza il lavoro di gruppo. In questi primi quattro mesi del duemilaquattro, il Piano Strategico Territoriale, in sigla PSTB, affidato, per le attività di formazione, al Prof. FRANCESCO KARRER, Ordinario di Urbanistica presso l'Università La Sapienza di Roma, ha discusso gli assi tematici "Economia e attività produttive" e "Welfare" in altri due Forum. Nei prossimi mesi di Maggio e Giugno si passerà a discutere di tematiche più calde e di maggiore concretezza, quali appunto, "Ambiente e assetto urbanistico", nel prossimo Forum e "Strumenti di governo e risorse", in quello conclusivo. La partecipazione massiccia, soprattutto di giovani studenti, ha vivacizzato gli incontri sin qui realizzati pur registrando forti e marcate divergenze con le generazioni più adulte. Sarà la creatività dei giovani ad esplodere significativamente nel futuro di questa città o non trionferà, piuttosto, ancora una volta, la cosiddetta saggezza di chi ne ha viste e contate tante, tanto da risistemare il tutto in logiche politiche, sociali, economiche e civili, viete, stantie e obsolete? Certo che sarebbe proprio un vero peccato se, anche questa volta, il riflusso, spegnesse il fuoco del vero e autentico protagonismo sociale acceso e irrobustito da un'esperienza esaltante di democrazia partecipata.

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