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politica estera
Russia in crescita, Germania in calo

a causa delle sanzioni europee

di Lf

Le sazioni internazionali contro la Russia non sono riuscite a fermare il recupero dell'economia russa, riportandola a livelli addirittura superiori a quelli precedenti il periodo bellico. A confermarlo è stato il Ministro allo sviluppo economico, Maksim Gennad'evič Rešetnikov, che ha predetto una "crescita del 3,6%" per quanto riguarda il PIL del 2023 russo rispetto all'anno precedente. Vladimir Putin ha inoltre affermato che la crescita economica nazionale entro la fine del 2023 potrebbe superare il 3,6 per cento attualmente previsto, e attestarsi addirittura oltre il 4 per cento.

Dopo l'invasione avvenuta nel febbraio 2022, le sanzioni occidentali sembravano essere riuscite a far entrare la Russia in una fase di recessione protrattasi per 10 mesi, fino alla ripresa economica registrata ad agosto. La crescita del PIL della Russia nel terzo trimestre è stata confermata al 5,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando si era ridotta del 3,5%. L'economia russa è in procinto di riprendersi quest'anno da un calo del PIL del 2,1% nel 2022, poiché l'Occidente ha imposto sanzioni contro la Russia per la sua invasione dell'Ucraina. Nel periodo gennaio-settembre il PIL è cresciuto del 3% e nel primo trimestre di quest'anno, è diminuito dell'1,8% crescendo del 4,9% nel secondo.

L'economia russa continua a trovare sostegno principalmente grazie al settore petrolifero. La Russia ha quasi interamente "ridirezionato le sue esportazioni di petrolio verso la Cina e l'India", ottenendo ricavi paragonabili a quelli del 2021, nonostante le sanzioni occidentali.

La Germania, invece, ha chiuso il 2023 in recessione. I dati parlano di un Pil sceso dello 0,3% nel 2023. Il calo dell'economia tedesca è stato dello 0,1% mentre il settore più in crisi è stato quello dell'industria (-2%).

I settori energivori pagano l’aumento dei costi energetici come conseguenza della guerra in Ucraina e dell’interruzione delle forniture dalla Russia, di cui la Germania era primo cliente. Decisione che ora mettono in grossa difficoltà Berlino.

articolo pubblicato il: 17/01/2024 ultima modifica: 27/01/2024

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