Alcune associazioni ambientaliste hanno richiesto misure urgenti per frenare la deforestazione dell'Amazzonia brasiliana, in seguito alla notizia di fonte governativa della perdita di quasi 24mila chilometri quadrati di foresta. L'area, equivalente a piu' della meta' della Svizzera, risulta distrutta lo scorso anno, una superficie maggiore di quella del 2002.
Il ritmo di distruzione non e' cosi' alto come negli anno novanta, tanto che il governo considera il dato come un successo del proprio programma di controllo del ritmo di deforestazione. Al contrario, per i gruppi ambientalisti il dato conferma che la foresta piu' grande del mondo stia sparendo rapidamente.
Si afferma che l'aumento delle esportazioni di carne bovina e di soia faciliti la scomparsa della selva, con tagli e incendi, per creare nuove fattorie. Gli scienziati temono che la riduzione della foresta contribuira' a cambiare il clima mondiale, cosi' come minaccia la sopravvivenza di specie animali e vegetali uniche nel loro genere.
Il Presidente Luiz Inacio Lula de Silva, dopo che il suo governo e' stato accusato di mancanza di azioni incisive, ha promesso rilevazioni satellitari ed altre azioni, coordinate dal ministro Marina da Silva, ma tutto cio' non convince gli ambientalisti, che affermano che il governo non ha preso le drastiche misure necessarie per contenere il problema.