La Lega, con la malattia di Umberto Bossi, sta passando il suo periodo piu' nero ed incerto. Mai come oggi ci si rende conto che, con il capo indiscusso temporaneamente fuori gioco (auguri, senatur) il movimento che sembrava dovesse fare dell'Italia un'altra Yugoslavia mostra tutti i suoi limiti.
Bossi non solo ha soffocato ogni dissenso interno (chi si ricorda piu' dei "maroniani" del '94?), ma ha fagocitato quella che era la seconda forza del Nord, la Liga. Il leader Rocchetta fu obbligato ad ingoiare il rospo dei radicali divorzisti candidati nel cattolicissimo Veneto, poi ottenne solo un modesto posto di sottosegretario nel primo governo Berlusconi. Fine della rinascita della Serenissima, o quasi. Il "quasi" e' rappresentato da quei quattro disperati che volevano sfidare la Nato con un trattore corazzato ed innalzarono la bandiera della Serenissima sul campanile di San Marco. Roba da pernacchie. (Per loro, non certo per la bandiera di Lepanto e di Famagosta).
La Lega ha tutti i limiti dei movimenti populistici: si regge sul
carisma del capo e sulla sua capacita' di galvanizzare con la parole le folle
dei seguaci. Quando il capo non arringa (ancora auguri, senatur) il movimento
perde tutta la sua forza.
Tra i "colonnelli" non c'e' nessuno che possa
sostituire il capo. Chi? Non certo Maroni, con la sua aria che si potrebbe
definire da impiegato del Catasto, se non si rischiasse di offendere gli
impiegati del Catasto, e magari anche quelli del Bollo Registro; non certo
Tremonti, con la sua aria da professorino prestato alla politica (e lo e'),
perche', oltretutto, non e' nemmeno della Lega, anche se mezza italia crede
che lo sia; per non parlare di Speroni, che nel '94 doveva "scodellare"
(parole di Bossi) la nuova Costituzione ed e' finito a fare il capo di
Gabinetto. Calderoli? Castelli? Ce'? Borghezio? Per dirla con Toto', ma ci
facciano il piacere!
Nel frattempo la Lega ha inventato un'inedita figura politica, quella della moglie del capo, custode delle sacre tradizioni padane (ma risulta essere nata da padre siciliano). Donna Rachele stette sempre lontana dalla sala del Mappamondo. Altri tempi?
A voler essere cattivi, ma forse solo pragmatici, l'unico collante che tiene insieme la Lega e' quello delle cadreghe, usando il vocabolario dell'avvocato Rocchetta. Cadreghe (seggiole) da ministro e da sottosegretario e cadreghete (seggioline) da amministratore locale, ai vari livelli. Questo si' che e' un mastice che tiene!
Senza seggiole e seggioline (anche minuscole) la Lega rischierebbe di fare la fine dell'Uomo Qualunque di Giannini, che non ebbe nemmeno un sgabello, e fu la sua fine. Ma Giannini era una persona seria, come tutti gli scrittori umoristici quale era stato; si sarebbe sganasciato dalle risate a vedere le liturgie del dio Po, delle sacre ampolle (d'acqua inquinata), delle camicie verdi e della guardia padana. L'inno (irridente ed antiretorico) che trovo' per l'Uomo Qualunque era una canzoncina napoletana che faceva cosi': "Con questi modi, Brigida, tazza 'e cafe' parite...".