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cultura
"Torre Aquila in musica"

Presentato al Castello del Buonconsiglio (TN) il dvd "Torre Aquila in musica"

di Sergio Gigliati

Presentato al Castello del Buonconsiglio il dvd "Torre Aquila in musica"
Un video musicale racconta il celebre Ciclo dei Mesi
TORRE AQUILA IN MUSICA
La musica di Emilio Galante, le immagini di Fabrizio Varesco e i testi di Giuseppe Calliari fanno rivivere Torre Aquila.

Torre Aquila è una composizione in quattro movimenti, le quattro stagioni illustrate dai magistrali affreschi del Ciclo dei Mesi conservato al Castello del Buonconsiglio. Per restituire il fascino dell'invenzione medievale Emilio Galante ha chiesto un libretto in italiano a Giuseppe Calliari, ispirato a quelle immagini, ha utilizzato alcune poesie in ladino dalle Usanzes e Lurgeres da Zacan di Simon de Giulio, ritenendo il ladino lingua ideale per rievocare quei riti stagionali, ed infine ha citato alcune precisissime descrizioni tecniche da Il lavoro dell'uomo nel ciclo dei Mesi di Torre Aquila di Giuseppe Sebesta. I video intrecciati da Fabrizio Varesco sulle immagini della torre, sono da stati controllati via midi dal palcoscenico, per ottenere un background iconico sincronizzato con i tempi della performance.
Immagini per affresco con movimento
Entrando con la video-camera nella sala dei Mesi di Torre Aquila del Castello del Buonconsiglio di Trento Fabrizio Varesco ha avuto l'impressione che sulle pareti si svolgesse un film bloccato in uno spazio senza tempo. Il grande affresco del 1400 racconta una storia infinita, dove, insieme al rincorrersi dei mesi, si perpetua l'essenza della ricerca artistica come modello parallelo e asincrono alla Storia. Un meraviglioso storyboard in cui era già contenuta l'opera compiuta, un messaggio universale che chiunque avrebbe compreso e interpretato: un interminabile fermo-immagine in cui l'assenza di movimento è puramente virtuale e l'intensità dell'immobilità contiene esasperatamente il senso del movimento, un movimento che crea spazio e tempo al di fuori dello spazio e del tempo.
Varesco ha cercato, attraverso la video-camera, di guardare la profondità di quella superficie con il linguaggio dell'immagine e scoprire i primi piani, i campi lunghi, i totali, i campi e contro-campi, i piani sequenza, i raccordi, il montaggio parallelo e "rubare" il film da quel prezioso scrigno di immagini.
Due pensieri dominanti Il ciclo di affreschi della Torre Aquila, ricco di descrizioni e di narrazioni, si presta ad essere guardato come incrocio di due dimensioni del tempo: la durata e l'istante, ovvero l'azione protratta nel tempo e l'azione 'attimale'.
Ogni mese, ogni riquadro mostra un'azione in corso, della quale è facile immaginare la sequenza temporale ripetitiva, e mostra insieme un gesto in tempo reale, nell'attimo in cui si coglie. Vediamo l'azione prolungata, ne immaginiamo la durata, ma a partire da un fotogramma che coglie un preciso gesto, carico di significato. L'amore cortese, affinamento e perfezionamento dell'uomo, è illustrato in sintesi pittoriche che descrivono l'anno attraverso i codici comportamentali della cultura cavalleresca. Insieme sono descritti con sorprendente realismo i lavori della campagna. Convivono la vita sociale degli aristocratici e la fatica dei contadini, mai distesa in momenti sociali di convivio, di festa.
La cultura allegorizzante del medioevo autorizza una lettura tematica delle scene di vita dei nobili: la sequenza 'gioco/schermaglia', 'festa/omaggio', 'caccia/prova', 'raccolta/conservazione', distribuita sulle stagioni (i mesi sono raggruppati in realtà in quattro grandi racconti) può essere intesa come specchio di un trattato sull'amore, nei suoi stadi di conquista, e è probabile che dietro il racconto per immagini ci sia un'opera letteraria che lega il tutto.
Ma anche l'ambiente naturale, negli affreschi, prende un ruolo di grande rilievo, una natura agita dall'uomo, armonizzata. Gesti e attrezzi del lavoro dei campi ottengono la stessa attenzione dei gesti e degli abiti dei signori, e è l'ampiezza della figura, aldilà di ogni regola prospettica, a determinarne l'importanza nel racconto.
Anche la città è molto presente (Trento domina il racconto dell'autunno) accanto a castel Stenico (gennaio) e a varie fortezze disseminate nel paesaggio campestre.
Di certo il committente principe vescovo Giorgio di Lichtenstein, poi rigettato e costretto all'esilio, ha inteso idealizzare in forma celebrativa il proprio principato mostrando l'armonia delle parti, l'invernamento della civiltà cortese, la laboriosità del contado sottoposto.
Castello del Buonconsiglio
Via B. Cesio, 5 38100 TRENTO
Tel. 0461.492803/846

articolo pubblicato il: 22/09/2010

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