Patrimonio dell'Umanita' dal 1979
Il piu' grande complesso di arte rupestre europeo, comprendente oltre 200000 figure, racconta la storia e la vita del popolo dei Camuni dal paleolitico alla conquista romana
ubicazione in provincia di Brescia, fra il lago d'Iseo e i passi del Tonale e del Gavia, da N 45° 55' a N 46° 16' e da E 10° 11' a E 10° 31'
Ai tempi delle glaciazioni quaternarie, durante il disgelo estivo, alcune comunita' umane seguivano lungo le rive dell'Oglio gli animali che migravano nella valle attirate dall'abbondanza d'acqua e d'erba.
Questi gruppi iniziarono a incidere le rocce della valle nell'ottavo millennio prima di Cristo. Si tratta di incisioni rupestri, cioe' realizzate all'aperto, e quindi diverse da quelle parietali, tipiche delle caverne.
I Camuni, questo era il nome del popolo, dal quale deriva anche quello della valle stessa, iniziarono ad incidere nel Paleolitico superiore e smisero solo con l'arrivo di Roma, quasi 8000 anni dopo. Il primo periodo (8000 - 6000 a.C.) e' caratterizzato da grandi incisioni di animali, semplici linee scolpite nella roccia con la selce, mentre e' con il Neolitico che inizia il periodo piu' prolifico delle incisioni camune. Con l'arrivo dell'agricoltura e dell'allevamento, infatti, l'uomo diviene il centro delle incisioni, in uno spirito religioso e rituale. Molte incisioni di questo periodo rappresentano infatti l'uomo in preghiera, contorniato da strumenti di uso comune, quali l'arco, le frecce e l'ascia. La figura femminile, peraltro molto rara, e' sempre in correlazione con il tema della fertilita' e della procreazione. Le rappresentazioni piu' accurate riguardano i due elementi che permettevano la vita della comunita': il sole e il cervo, che appare in gruppi simmetrici volti a significare l'abbondanza della specie nella vallata.
Successivamente, la figura umana perde di importanza, mentre iniziano a diffondersi le incisioni di elementi geometrici. Alcune figure di questo periodo, alte quasi due metri, rappresentano uomini con i lineamenti del viso ben marcati.
La scoperta della ruota e del bronzo, avvenuta all'inizio del periodo Eneolitico della Valcamonica (3300 a.C. circa), cambia notevolmente la societa' camuna, anche a causa dei primi contatti con l'esterno della valle. Le correnti religiose che attraversavano l'Europa giunsero anche qui, portando l'usanza di incidere monoliti e steli. Sulla scia di queste mutate condizioni, iniziano le rappresentazioni di carri, armi e soggetti complessi.
La societa' camuna, ormai completamente sedentaria, muta nuovamente all'ingresso nell'Eta' del Ferro (II millennio a.C.). La comunita' e' ora composta da artigiani, agricoltori, commercianti, guerrieri e religiosi, ciascuno specializzato nel suo compito, e questa nuova struttura sociale si riflette nell'arte rupestre: compaiono incisioni di divinita', di eroi, di azioni di guerra e di danza. Le rappresentazioni mutano anche sul piano stilistico, con il passaggio da immagini stilizzate e statiche a dinamiche.
Fra il IV e il III secolo a.C. il popolo camuno inizia a tessere rapporti culturali e commerciali con gli etruschi e successivamente, con l'avvento dei Romani, la valle diventa punto di transito. La comunita', interrotto il millenario isolamento, e' costretta a cambiare nuovamente struttura politica e sociale, e in questo nuovo assetto le incisioni rupestri non hanno piu' spazio, e vengono abbandonate.
Lo studio delle oltre 200000 figure incise nella roccia ci ha permesso di scoprire molti aspetti di un popolo attraverso la sua lunga evoluzione.