Molte persone si guadagnano la vita partecipando a sperimentazioni di farmaci. Con l'attuale crisi economica, quando sempre più persone cercano modi per guadagnare denaro, molti avranno pensato alla possibilità di rivolgersi a case farmaceutiche per sperimentare medicine non ancora approvate dalle autorità competenti.
La sperimentazione su esseri umani sani è abbastanza diffusa per scoprire gli eventuali effetti secondari di un medicamento e ci sono persone che fanno la parte dei ratti, dei topi o dei porcellini d'India a tempo pieno.
La prima fase dello sviluppo di una nuova medicina vede l'uso del computer e delle provette, poi si passa ai roditori per scoprire se potrebbe essere tossica ed infine agli esseri umani, per lo studio degli effetti secondari.
Per la fase iniziale si reclutano tra le dieci e le trenta persone, ovviamente pagate, non per vedere se il farmaco funziona, ma per sapere se può essere somministrato senza rischi. Il risultato fornisce dati su come sia tollerata la medicina, come il corpo l'assorbe, scompone ed elimina e se provoca effetti indesiderati. Nella seconda fase si prova il farmaco per studiare se funziona e quindi le cavie sono individui affetti dalla malattia che si vuole combattere.
L'industria farmaceutica assicura che segue rigide regole quando assume cavie umane professioniste, ma ci sono dubbi sul fatto che le società possano o meno sapere se alcune persone abbiano partecipato a molteplici sperimentazioni. Non c'è uno schedario generale e sembra che alcune persone bisognose abbiano partecipato a decine di sperimentazioni per laboratori diversi.
Il fenomeno è particolarmente diffuso negli USA, tra gli studenti afroamericani e gli immigrati sudamericani, talvolta volontari occasionali, ma molti sono i professionisti, per cui le industrie si accontentano di una generica assicurazione che si tratta della prima volta, quando addirittura c'è chi si sottomente anche a due sperimentazioni contemporanee. Sembra che qualcuno riesca a guadagnare dai venti ai venticinquemila dollari all'anno, cifre impensabili per i volontari se si dedicassero a lavori umili.
Il problema sono le grandi dosi di composti chimici che i volontari devono ingerire e non si sa quali effetti potrà avere sull'organismo l'interazione di tali composti a lunga distanza di anni. Le industrie farmaceutiche non possono fare a meno, almeno a tutt'oggi, di sperimentare i farmaci sugli esseri umani ed evitano di porsi troppe domande sul fattore sicurezza.
articolo pubblicato il: 08/12/2010 ultima modifica: 04/01/2011