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quando la giovinezza varia a seconda della razza

brutte pratiche del giornalismo italiano

di Giuseppe Martino Martinelli

Lo stato comatoso in cui versa il giornalismo italiano é ben noto già da tempo e blog e riviste specializzate ne parlano quotidianamente. Anche le lettere alle redazioni dei principali giornali ne sottolineano spesso le faziosità, le inaccuratezze, la ripetitività e -purtroppo- le carenze linguistiche e lessicali.

Una delle sindromi di questa desolazione di forma e contenuto è subdola ed insidiosa e consiste nel ridefinire l'età di una persona in relazione alla sua nazionalità.

Spesso, a parità di età anagrafica, gli italiani vengono definiti giovani o ragazzi, gli stranieri (o meglio gli immigrati) uomini. Il risultato di questa pratica è che, quando indagati, gli uomini stranieri sembrano "più" colpevoli, quando vittime, "meno vittime" rispetto ai loro coetanei italiani.

La cronaca di questi giorni ci ha fornito molti esempi di questo fenomeno. Ne riportiamo alcuni scelti a caso fra quelli relativi a immigrati:

http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_05/tunisino-fermato-rapimento-yara-omicidio_fb5bb432-005d-11e0-861f-00144f02aabc.shtml
...a quanto si apprende, sarebbe un marocchino 23enne... L'uomo lavorava proprio nel cantiere del centro commerciale...

http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_05/auto-incidente-ciclisti_be1251ca-005e-11e0-861f-00144f02aabc.shtml
...L'uomo alla guida della Mercedes, di origini marocchine, è stato arrestato con l'accusa di omicidio colposo. Ha 21 anni ...

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/28/news/stupro_anagnina-8515111/
...una donna peruviana di 22 anni, ora ricoverata sotto choc...

ed ora qualcun'altro relativo ad italiani:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_dicembre_4/ragazzo-muore-durante-operazione-reazione-genitori-18113161863.shtml
Ragazzo muore in sala operatoria...Il 29enne ...

http://bologna.repubblica.it/dettaglio/prostituta-uccisa-lomicida-e-un-ragazzo-di-24-anni/1780027
...l'omicida è un ragazzo di 24 anni...

http://www.repubblica.it/online/politica/genovagente/archivio/archivio.html
(24 anni)...inchiesta sulla morte del ragazzo ucciso...

http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/incidente-nomentana/incidente-nomentana/incidente-nomentana.html
... Trentatrè anni, già interdetto alla guida. Stefano Lucidi ... padre del ragazzo fermato...

Non é chiaro se questa differenza di trattamento sia volontaria o meno (vogliamo sperare di no) ma le ripercussioni sull'opinione pubblica lo sono eccome.

Non vogliamo parlare del fatto che spesso la nazionalità della persona è completamente irrilevante ai fini della notizia (se una donna viene stuprata per strada, è importante saperne la nazionalità? E se un drogato falcia dei ciclisti, lo è? E se una persona muore in un ospedale?), ma solo constatare come la percezione di un crimine -dello stesso crimine- cambi in considerazione della definizione che si dà dei protagonisti: é indubbio che un ragazza uccisa faccia più effetto di una donna uccisa (sebbene il crimine sia lo stesso), e che un ragazzo che ubriaco investa un ciclista sembri tutto sommato meno "responsabile" di un uomo -ugualmente irresponsabile- che faccia altrettanto.

Il diavolo é nei dettagli, ed in tempi in cui basta poco per accendere la miccia dell'intolleranza, ci sembra inopportuno e ingiustificabile che si cerchi di mitigare o aggravare la posizione di certi delinquenti o dei loro crimini in base alla provenienza.

Tutto ciò, ovviamente, a prescindere dal crimine o dalla notizia in sè.

L'aspetto più inatteso é che questa strana sindrome colpisca trasversalmente tutti i giornali, indipendentemente dallo schieramento di riferimento, includendo quelli che poi si fanno paladini dell'integrazione e della tolleranza...

Ci piace pensare che i giornalisti italiani, che si sentono più vicini a vittime o carnefici italiani, li ringiovaniscano per sentirsi a loro volta più giovani. O semplicemente, gli italiani -mammoni e bamboccioni- rimangono davvero giovani più a lungo rispetto ai propri coetanei stranieri, che, emigrati e con intere famiglie a carico, sono da considerare adulti a tutti gli effetti.

articolo pubblicato il: 11/12/2010 ultima modifica: 13/01/2011

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