Roma - Lamicizia appartiene allessenza delluomo, poiché la persona, per diventare ciò che è, ha bisogno di amici. È quanto emerso nel corso del Convegno sullamicizia, organizzato a Roma dalla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce lo scorso 25 febbraio.
La vera amicizia germina generalmente tra individui del medesimo sesso ed è governata da una certa simmetria. Essa da senso e consistenza ai rapporti umani autentici che si stabiliscono nella società ed è lartefice della solidità dei legami familiari, sociali e professionali.
Secondo il prof. Norberto Galli dellUniversità del Sacro Cuore di Brescia, il sentimento amicale è proprio degli individui appartenenti allo stesso sesso, di pari età, di analogo stato sociale, dotati di una similarità di valori, di atteggiamenti, di opinioni, di prospettive precisantisi cammin facendo. Di conseguenza l'amicizia è governata da una certa simmetria. Proprio per questo è improprio parlare di amicizia tra genitori e figli, fratelli e sorelle, docenti e discenti, prevalendo tra loro i principii di filiazione, di parentela, d'insegnamento. E più indicato parlare allora di un legame che fiorisce da una comunione dintese, di aspetti condivisi, di mutua donazione instaurati tra partner.
Per evitare che tra amici sinsinuino con facilità competizioni, invidie, tradimenti, condotte in potenza nefaste, per Galli è opportuna una mediazione educativa orientata alla riscoperta di aspetti virtuosi. Leducazione allamicizia ha aggiunto lo studioso - va avviata negli àmbiti istituzionali ove il discente vive e cresce. Compete anzitutto ai genitori essere modelli convincenti di vita per i figli, infondere in loro sentimenti di benevola accoglienza verso i coetanei, stimolarli a partecipare alle loro attività.
Per Adriano Fabris, docente presso lUniversità di Pisa, lamicizia trova il suo contrassegno in una dinamica di rapporti caratterizzata da reciprocità e simmetria. Citando Aristotele e Kant, Fabris ha ricordato che il raggiungimento dellamicizia vera e propria è spesso caratterizzato da un esito difficile. Ciò nonostante, va aggiunto che in ogni caso lamicizia non è un dato, non è un fatto, bensì è propriamente una possibilità. Che può essere scelta e perseguita sulla base di ciò che risulta già inscritto, in qualche modo, nella struttura dei rapporti interumani. E che solo nella scelta del rispetto e nellassunzione del modello della simmetria può realizzarsi in maniera equilibrata il coinvolgimento che mi attrae verso laltra persona.
Marco DAvenia, docente di Filosofia Morale e coordinatore del convegno, ha invece sottolineato la necessità di cercare lamicizia nella vita quotidiana, negli ambiti lavorativi, nei normali rapporti sociali e nella vita familiare. Non è possibile vivere con irritazione o egoisticamente in alcuni ambiti vitali e, al contempo, intrecciare rapporti di vera amicizia, che sono per natura disinteressati.
Nonostante la mancanza di fiducia che tante persone hanno nei confronti dellamicizia, essa continua ad essere valutata come una realtà di grande pregio, ha invece evidenziato il prof. Antonio Malo, dellUniversità della Santa Croce. Accade spesso che nella nostra società al valore altissimo, e tante volte anche idealizzato, dellamicizia non corrisponde unimmagine ugualmente elevata della persona. E fondamentale allora guardare allamicizia come un fattore che aiuta alla costituzione della propria identità e permette a ciascuno di conoscere-amare laltro come fine non come mezzo né in base alle sue qualità o capacità, ma come indipendente dai suoi bisogni, sentimenti o utilità. Solo lamicizia con Dio, mediante la Carità, può attualizzare la potenzialità naturale verso unamicizia universale, scevra di ogni egoismo ed esclusivismo ha concluso lo studioso -. Nellamicizia in Dio e per Dio si raggiunge la maggior identità, poiché si è non solo con lamico, ma con lAmico, che ci fa partecipare di tutto ciò che è suo.
Sullamicizia come riconoscimento si è soffermato invece il prof. Lucio Cortella, dellUniversità Ca Foscari di Venezia, spiegando che è proprio il riconoscimento a consentire a un vero rapporto damicizia di vivere la vicinanza non già come annessione bensì come costruzione reciproca delle diverse identità. Se il riconoscimento devessere reciproco, la sua condizione è che esso garantisca lautonomia dei soggetti in gioco. Lamicizia ha concluso Cortella - si regge finché essa mantiene in equilibrio questa preziosa tensione fra comunanza e indipendenza. Essa è perciò al tempo stesso un rapporto necessario e libero
Il professor Francesco Botturi, dellUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Minano, dal canto suo ha evidenziato che lamicizia si colloca nel duplice senso dellideale della libertà, nel senso che sia la libertà è portatrice dellideale di amicizia, sia lamicizia è il contenuto ideale della libertà.