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speciale Lord Jim
Lord Jim - parte 3
di Ignacio Arellano

Tuan Jim non arriva a comprendere completamente la malvagita’. Per questo non prendera’ rimedi contro le macchinazioni del pirata Brown, il quale capita a Patusan come un cataclisma fatale. Brown non solo scopre interessanti possibilita’, solo a condizione di aver messo fuori gioco questo leggendario Tuan Jim che possiede la fiducia dei nativi, ma desidera la distruzione di quella citta’ nella selva: “C’era nel parlare intermittente e violento di quell’uomo una non dissimulata crudelta’, uno strano rancore, una fede cieca nella giustezza del suo odio nei confronti del genere umano. Quello che veramente desiderava era vedere quella citta’ nella selva coperta di cadaveri ed avvolta dalle fiamme”. Con quest’uomo Jim vuole trovare un accordo che eviti la guerra: come assicura all’incredulo Brown il sinistro Cornelius:” verra’ qui con le buone e parlera’ con lei. E’ un imbecille. E lei si rendera’ conto di quale imbecille sia. Verra’ e le ordinera’ che lasci in pace i suoi. Tutti devono lasciare in pace i suoi. E’ come un bambino”.

Lord Jim, compatendo le disgrazie dei pirati, decide di lasciarli andare liberamente, convincendo i restii nativi: “Erano uomini vagabondi che le sofferenze rendevano incapaci di distinguere il bene dal male. Era disposto a rispondere con la propria vita per qualsiasi danno che i nativi avrebbero potuto ricevere, avendo permesso la ritirata ai barbuti della collina. Erano malfattori, ma anche il destino li aveva trattati con durezza”. Il tradimento non si fa aspettare (“Jim ignorava il quasi inconcepibile egoismo di quell’uomo che impazziva con la furia vendicativa di un autocrata disobbedito ogniqualvolta qualcuno opponesse la minima resistenza ai suoi desideri”); i pirati attaccano il villaggio e uccidono il figlio del capo Doramin, Dain Waris, grande amico di Jim sacrificato sugli altari della dignita’ e delle buone intenzioni. Doramin, disperato nel proprio dolore, spara a Jim, che muore con la testa alta, accettando il suo destino finale. E qui finisce la storia. “Jim se ne va come venne: avvolto dalle ombre, dimenticato prima di ottenere il perdono, eccessivamente romantico.

Nemmeno nelle sue piu’ esaltate fantasie giovanili avrebbe potuto intravedere l’ombra di un finale cosi’ straordinario. Perche’ e’ ben potuto essere che nel breve istante che duro’ il suo ultimo sguardo di orgoglio e risolutezza avesse guadagnato la vista di questa occasione che, come una fidanzata orientale, gli era venuta incontro con il volto celato da un velo”.

Tuan Jim muore per seguire un sogno, lo stesso sogno che intravedeva sulla terrazza di Marlowe, appena illuminato sullo sfondo della notte, come fermo sulla riva di un mare oscuro e disperato, questo sogno di eroismo che fini’ per giungere, quantunque fosse stato ormai sulla soglia della morte.

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