Come ogni estate, grazie all'impegno dello storico Circolo La Scaletta, la grande scultura del Novecento torna a "dialogare" con lo scenario incomparabile dei Sassi di Matera: e' una tradizione ormai ventennale che si ripete con scelte espositive di primissimo piano che costituiscono un vero e proprio valore aggiunto nell'offerta turistico-culturale della citta' lucana dichiarata, per la sua unicita', patrimonio dell'umanità. Mentre si annuncia pubblicamente la costituzione del "Museo della Scultura Contemporanea" che nel prossimo autunno aprira' i battenti nelle sale di Palazzo Pomarici (che diventera' altro importante motivo di attrazione per Matera), nell'ambito del programma triennale delle Grandi Mostre nei Sassi le due spettacolari chiese rupestri della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci ospitano fino al 10 ottobre le sculture di Marcello Mascherini; l'anno prossimo sarà la volta di David Hare e l'estate del 2006 ci farà scoprire il fascino della Scultura Cobra.
Dopo le mostre dedicate ad artisti come Melotti, Martini, Cambellotti, Cascella, Fazzini, Matta, Andreotti, Negri, Leoncillo, Raphael, e a rassegne sulla scultura contemporanea italiana, francese ed americana, e' la volta dunque di questa vasta antologica di Mascherini (Udine 1906 - Padova 1983) a cura di Giuseppe Appella, ideatore e realizzatore da sempre di questi prestigiosi eventi espositivi e dei relativi cataloghi per le Edizioni della Cometa; in tutto, nell'allestimento firmato come di consueto da Alberto Zanmatti, 105 opere (65 sculture datate 1922-1975 e 40 disegni datati 1940-1975, provenienti dalla famiglia Mascherini e da importanti collezioni pubbliche e private) che ripercorrono l'intero percorso creativo dell'artista friulano, da Testa di bimbo, del 1922, a Tersicore, del 1975, dove l'attenzione alla realtà e alle sue proporzioni plastiche, di anno in anno (Rapsodo, del 1936; Donna al sole, del 1941; Risveglio di primavera, del 1954; Icaro, del 1959; La notte, del 1960; Figura Jonica, del 1967; Girasole, del 1974) acquisisce un ritmo personale nell'ambito delle esperienze coeve, pur conservando quell'originale sapore arcaico di cui si era nutrito giovanissimo a Isernia, durante gli anni di guerra, nelle botteghe degli artigiani locali.
Poetica, aspirazioni e risultati stilistici sono stati indicati con precisione dallo stesso Mascherini, in occasione della mostra personale del 1959 nella Galerie David et Garnier di Parigi: "Nello sforzo che sostengo per mantenermi in un linguaggio figurativo, io propongo la mia scultura come un oggetto il quale trova in se stesso le sue leggi: la forma del quale deve essere giudicata secondo l'equilibrio dei pieni e dei vuoti e dei chiari e scuri, come una forma pura: forma che tuttavia resta carica di un profondo sentimento umano". Nel 1953, sempre a Parigi, Ossip Zadkine, presentandolo nella mostra alla Galerie Drouant-David, aveva sottolineato questa necessita' di muoversi "tra quel piccolo numero di principi immutabili che attraversano la storia dell'arte e l'evoluzione della scultura come un rivo di cristallo".
Marcello Mascherini e' vissuto sempre praticamente a Trieste, dove si era trasferito con la madre nel 1910 dalla natia Udine. Tra il 1919 e il 1924 frequenta l'Istituto Industriale e la Sezione scultori ornati, sotto la guida di Alfonso Canciani, per poi perfezionarsi nello studio dello scultore Franco Asco; esordisce nel 1925, a Trieste, segnalato da Silvio Benco, alla Mostra collettiva del Circolo Artistico, e subito dopo, con una mostra personale, al Circolo Manzoni che gli vale una serie di collaborazioni con gli architetti Aldo Cervi e Umberto Nordio e le partecipazioni alle Sindacali dove nel 1929 riceve la Medaglia d'Argento del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1931, su invito di Gio Ponti e Gustavo Pulitzer Finali, collabora all'arredo della Motonave "Victoria I" del Lloyd Triestino che, oltre a metterlo in contatto con Augusto Cernigoj, Gino Severini, Mario Sironi, Libero Andreotti, Massimo Campigli e altri, da' inizio a una più che trentennale attivita' in collaborazione con architetti e artisti di chiara fama per la realizzazione di opere d'arte collocate sui piu' noti transatlantici e sulle più belle navi da crociera.
Nello stesso anno, partecipa alla Prima Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma dove incontra Arturo Martini. La sua prima presenza alla Biennale di Venezia è del 1934. Vi esporra' ancora nel 1936, 1938 (sala personale), 1940, 1942, 1948, 1950 (Primo Premio ex-aequo per la scultura), 1952, 1954 (sala personale), 1956, 1962 (sala personale e Premio per l'arte sacra). Tra le Quadriennali e le Biennali si sviluppa una intensa attivita' che lo vede presente alla Triennale di Milano (nel 1933, il grande gesso di Icaro viene indicato da Edoardo Persico come "di ottima disciplina stilistica e dai moderni valori architettonici").
Non trascurabile la sua attivita' di regista-scenografo (iniziata nel 1948, ma divenuta significativa dal 1951, dopo l'incontro con Jean Louis Barrault a Parigi) e la presenza in concorsi pubblici, con relative realizzazioni di opere monumentali, che gli vedono a fianco architetti quali Nathan Rogers, Cesare Valle, Ignazio Guidi, Nino Zoncada, Aldo Cervi, Vittorio Frandoli, Roberto Costa.