Il mantenimento di caratteri arcaici è tipico di diverse specie viventi, dei rettili come degli esseri umani.
Ricercatori dell'università di Barcellona stanno dimostrando l'ipotesi che non fu un unico gruppo di trasmigratori mongoli a popolare il continente americano attraverso lo stretto di Bering (un tempo ghiacciato tutto l'anno e facilmente percorribile).
La ricerca, pubbblicata sulla rivista Nature, ha utilizzato un metodo morfologico geometrico per esaminare 33 crani conservati in due musei messicani, quello regionale di La Paz e quello di antropologia e storia di Città del Messico.
I crani appartengono ad antichi cacciatori raccoglitori del tardo Olocene (circa 2500 anni fa) che vivevano nella penisola della Bassa California, conosciuti come i Pericù.
Quando 13mila anni fa giunsero le popolazioni mongole che hanno dato vita agli attuali amerindi i due gruppi seguitarono a convivere, anche con matrimoni misti, per cui caratteri paleoamericani (quelli dei Pericù) si incontrano anche oggi, tra gli attuali membri delle popolazioni amerinde.
Probabilmente i paleoamericani appartenevano a popolazioni del Sudest asiatico che giunsero prima in Australia (40mila anni fa) ed in seguito (circa 13-14mila anni fa) in America.
I cambi climatici verificatisi nell'Olocene fecero sì che terminassero gli interscambi tra i due continenti; resistettero meglio le popolazioni di origine mongolica, più adatte a sopportare il clima freddo.
La ricerca è stata condotta dagli scienziati Rolando Gonzalez-José e Miquel Hernandez.