Anche l'Islanda, come il Giappone, con la scusa di non meglio identificate ricerche scientifiche, ha posto fine alla moratoria alla caccia delle balene che nell'isola durava da quattordici anni.
Il piano elaborato dal governo prevede la cattura di 250 balenottere all'anno, 100 comuni, 100 a pinne bianche e 50 rare balenottere boreali.
Tutto ciò sarà possibile grazie all'articolo 8 della Convenzione Baleniera Internazionale, secondo il quale ogni Stato può addurre unilateralmente motivi scientifici per catturare balene.
Secondo autorevoli esponenti del mondo scientifico, questi "motivi scientifici" sarebbero del tutto capziosi e la carne di balena finirà per essere venduta sul mercato giapponese, dove è molto richiesta.
Da quando, nel 1978, fu dichiarata la moratoria mondiale della caccia alle balene, il Giappone abbatte ogni anno circa 900 balene, 750 con la scusante della ricerca scientifica e un centinaio per il "fortuito" intrappolamento nelle reti da pesca, mentre la Norvegia ne prende 500 all'anno.
Le autorità islandesi affermano che le balene sono troppe e mangiano troppo pesce; gli abitanti dell'isola, per lo meno tre su quattro, sono pienamente d'accordo con il governo.
La protesta internazionale ha già portato a forme di boicottaggio del pesce islandese, soprattutto nel Regno Unito, e si prevede che ci sarà una drastica riduzione del numeri di turisti che ogni anno si recano nelle stazioni di avvistamento balene (che portano 8,5 milioni di euro all'anno alle casse del turismo islandese).