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editoriale
Grillo a Palazzo Chigi e Di Pietro al Quirinale?

alle prossime politiche

di Ada

Una domenica nera per tutti i partiti in Sicilia, salvo che per il presidente eletto con i voti di tutta la sinistra e dei sostenitori di Casini. La scarsissima affluenza alle urne (un record) e l'irrompere sulle schede elettorali dei "grillini" hanno dato i risultati che conosciamo. Non è facile fare previsioni su quanto accadrà nell'assemblea siciliana, considerato che il presidente eletto (PD) non ha a suo sostegno la maggioranza dei consiglieri. Ma questo non è un problema perché lo stesso Crocetta ha detto di sperare in qualche "persona di buona volontà" per mandare avanti la baracca. Detto questo, non si può ignorare il significato vero di questa elezione così atipica - almeno per ora - con una sconfitta generale, a cominciare dai partiti della destra, senza precedenti: tutti comunque escono umiliati con un PDL e un PD in pessime condizioni di tenuta elettorale. Altri partiti minori, vedi la lista di Casini e quella di Di Pietro (quest'ultima addirittura esclusa dall'assemblea non avendo raggiunto il quorum) si rivelano in gravi difficoltà.

Dopo qualche giorno, smaltita la sbornia di suffragi e astensioni dal voto siciliani, il comico genovese ha fatto conoscere gli obiettivi della sua azione politica: vuol conquistare personalmente Palazzo Chigi con l'aiuto dei dipietristi, offrendo al loro capo addirittura il Quirinale. Nei discorsi che fanno nel WEB, i grillini dicono apertamente che quel che è accaduto in Sicilia si ripeterà in proporzioni maggiori nelle prossime elezioni politiche.

Con l'attuale legge elettorale ( il famoso Porcellum) chi prende più voti, come partito o come coalizione, ottiene un gran numero di deputati e senatori in più - premio di maggioranza - come è avvenuto nelle ultime elezioni, perciò le ambizioni grilline non sembrano tanto illusorie. "Insieme facciamo paura" dice da parte sua il Di Pietro, ma il suo partito sembra in disfacimento dopo il voto in Sicilia. E i grandi partiti che fanno? Niente. E se rimane il premio di maggioranza nella legge elettorale sono guai per tutti.

Però, tra l'altro, all'estero l'Italia sarebbe ben rappresentata: incontrando la Merkel (nessuno può rottamarla) e il suo complice francese, Beppe Grillo non si aspetterebbe risolini di scherno fra i due, ma trattandosi di un comico, almeno una grande risata.

articolo pubblicato il: 02/11/2012

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