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il caro estinto
di Michele Capacchione

La morte si sa, prima o poi arriva per tutti: per i potenti, per gli attori, per i panettieri, per i muratori, insomma, per tutti. Dagli antichi romani sino ad oggi il posto nel quale venivano riposte le salme o le ceneri dei nostri cari trapassati è stato un luogo chiamato cimitero, il cui scenario è caratterizzato da un’immensa quiete. Ho detto sino ad oggi perché leggo che, in Lombardia, regione d’Italia avanzatissima per grado di intelligenza, livello di economia e che marcia alla testa del progresso europeo ( come direbbe il buon Giacomo Leopardi in qualche ramingo suo pensiero), sta predisponendo una disposizione che permetta ai familiari di un deceduto cremato di utilizzare le sue ceneri attenendosi scrupolosamente ai suoi ultimi desiderata: lanciarle in un vulcano attivo, nell’Oceano Pacifico o inumarle nella pinetina dietro casa sua.

Ora, ciò che mi fa pensare è il “fatto” visto dall’ottica del deceduto. Poniamo il caso che l’estinto sia un padre di famiglia con età di settantadue anni, già vedovo inconsolato da tre anni e che abbia tre figli, due maschi e una femmina.

Secondo voi, chi avrà in eredità, con diritto di custodia, la preziosa urna? Non c’è una formula matematica per risolvere questo problema! Il modo più conosciuto e maggiormente sperimentato in analoghe circostanze è la conta. Immaginatevi i tre figli in lacrime al funerale, sotto un acquazzone a fare la conta per stabilire chi dovrà accapparrarsi il trofeo da esibire sul caminetto del soggiorno o debitamente messo sottochiave nella cassaforte dietro un falso Picasso o una più modesta litografia di Cascella.

Supponiamo che sia la figlia femmina a decretarsi l’urna, che la custodisca in casa (perché fuori, con i tempi che corrono e gli albanesi o gli extracomunitari che infestano Milano, ti rubano… anche le urne!) e che, in quel determinato momento in cui almeno un fratello voglia restare solo a dialogare con il suo caro papà, residente nell’al di là ma in cenere nell’al di qua, lei esca di casa per il suo quotidiano shopping…Si verrebbe a creare una situazione caotica, forse comica, degna del miglior film di Woody Allen.

Per questo, nel solco della migliore e consolidata tradizione, preferisco…il cimitero, non mi sembra giusto privare un qualsiasi familiare della gioia di ritrovare il proprio caro estinto e restare con lui, in solitaria riflessione, quando vuole e come vuole, in quel luogo della memoria che è il cimitero o, per meglio dire, camposanto.

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