"Il Dipartimento di Biologia dell'Università di Bologna, in collaborazione con Underwater Life Project e Scuba Schools International Italia, ha avviato nel 1999 il censimento delle popolazioni mediterranee di cavallucci marini.
Purtroppo, i cavallucci sono oggi animali in forte regressione in tutti gli oceani, tanto che sono indicati dalla World Conservation Union come animali a rischio di estinzione.
La pesca per uso ornamentale e farmaceutico e, in Mediterraneo, l'impoverimento delle praterie di posidonia sono cause della diminuzione numerica delle popolazioni di ippocampi."
Quanto pubblicato su internet dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Bologna scuote la nostra fantasia e i ricordi, quasi persi nel tempo, di questo mitico abitante del mare. L'ippocampo, comunemente chiamato cavalluccio marino è un mistero della natura.
Garbato di aspetto, misterioso nella sua "corazza", evoca animali preistorici pur nella sua ridotta dimensione.
L'ippocampo rappresenta l'elemento romantico del mare, un personaggio a noi familiare. Sapere che questo nostro amico rischia l'estinzione è motivo di grande turbamento.
Fortunatamente il censimento lanciato dall'Università di Bologna rivolto a tutti i subacquei tra il 1999 ed il 2001 ha sicuramente sollevato il problema del rischio di estinzione. Da una tabella riassuntiva delle immersioni dal 1999 al 2000 risulta un avvistamento di 0,689 ippocampi per ogni ora di immersione.
I subacquei sportivi sono stati quindi uno strumento importantissimo al fine di individuare le zone più a rischio per l'estinzione di questi nostri piccoli amici. L'inquinamento marino è uno dei peggiori nemici della vita degli ippocampi e questo dovrebbe far riflettere su quali e quanti danni l'uomo sta creando alla natura.
Probabilmente a molti non frega nulla dei cavallucci marini ma si deve considerare che l'estinzione di una specie, causata dalla scelleratezza dell'uomo, può essere l'inizio di una tragica catena che potrebbe vedere soccombere anche chi ha creato questa insana corsa alla morte.
Tanto amore per i cavallucci marini, nella speranza che gli sforzi degli uomini illuminati riescano a restituire l'ambiente ideale per la loro sopravvivenza, ma tanto amore per l'essere umano che riesca a riequilibrare anche il suo habitat.
Se l'ambiente sarà curato in modo serio e non propagandistico forse riusciremo a salvare l'ippocampo e perché no...anche l'uomo.