La popolazione europea si è invecchiata a tal punto che si prevede che possa seguitare a diminuire nonostante un eventuale aumento di natalità.
Un lavoro pubblicato su Science indica come causa di questa tendenza il fatto che le donne ritardino sempre più l'età in cui iniziano ad aver figli.
I ricercatori indicano come punto cardine l'anno duemila, nel quale la media della popolazione in Europa è passata da positiva a negativa (le generazioni anziane sono più numerose di quelle giovani).
Si considera negativa una situazione quando si prevede che le generazioni future avranno meno madri potenziali, per cui, anche se ogni madre dovesse avere più figli, non si potrebbe comunque compensare la tendenza discendente.
Mai, nella storia, si è verificata una situazione simile su così larga scala, con due fattori negativi che si sommano (il numero di figli per madre inferiore a due e l'innalzamento dell'età in cui le madri partoriscono per la prima volta).
Sulla base di dati dell'Osservatorio Demografico Europeo, gli autori dello studio hanno fatto una proiezione dell'impatto di questi fattori sulla popolazione del vecchio continente nelle decadi future, rilevando che il quaranta per cento del decremento sarà addebitabile all'aumento dell'età delle madri primipare, per cui, se l'età aumenterà per i prossimi quaranta anni, la popolazione europea scenderà a meno di novanta milioni di abitanti.
Lo studio fa infine la considerazione che se i governi si preoccupano della diminuzione della popolazione dovranno mettere in atto politiche di aiuti alle madri, in modo che queste possano meglio pianificare l'età in cui metteranno al mondo i loro bambini.