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attualità scientifica
il terzo colosso di Memnon

Il terzo colosso di Memnon, antico di 3500 anni, è tornato alla luce grazie ad una spedizione internazionale diretta dai ricercatori tedeschi Houring Sourouzian e Rainer Stadelmann e dalla spagnola Miryam Seco.

Il colosso, sepolto nel tempio di Amenofi III, si aggiunge ad altri due che da tempo fanno parte delle attrattive egiziane.

La sivigliana Seco, archeologa trentacinquenne che ha già partecipato alle ricerche del faro di Alessandria, è stata la prima ad intravedere le sembianze del colosso.

Come gli altri due, il colosso tornato alla luce rappresenta Amenofi III e fa parte del complesso funerario che il faraone fece costruire a karnak, a sud del Cairo.

Le statue devono il loro nome al sapiente greco che visitò l'area nel secondo secolo A.C. (il complesso funerario era ancora pressoché intatto, nonostante i secoli passati dalla costruzione).

Il tempio era composto di tre patii, un peristilio, una sala ipostila ed un santuario, per una lunghezza complessiva di cinquecento metri.

Nel recinto, oltre ai tre colossi venuti alla luce, ve ne erano altri tre uguali ed una trentina di più piccoli (di circa sette metri di altezza), seicento statue della dea Sekhmet ed una statua di ippopotamo di alabastro bianco di sette metri di lunghezza.

Negli anni sessanta alcuni archeologi trovarono la statua dell'ippopotamo, ma la fecero ricoprire per preservarla dalle intemperie, senza lasciare documentazione sul luogo esatto.

Le prossime ricerche del gruppo archeologico saranno volte a ritrovare sia l'ippopotamo che tutte le altre statue, per costituire un museo a cielo aperto di enorme importanza storica e culturale.

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