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cultura
il nodo avvilente dell'esistenza umana
di Giuseppe La Rosa

Gian Giacomo ROUSSEAU
(1712 - 1778)

L'altra faccia dell'Illuminismo. Gian Giacomo Rousseau, il rovescio di Voltaire. Nei dibattiti filosofici questi mordacemente graffiante quello romanticamente coinvolgente.

Da eccellente pessimista vede l'uomo attraverso la lente oscura della sua desolante vita. Di se stesso arriva a dire :" E' da vent'anni che studio e acquisisco conoscenze e ho vissuto sventure; la scienza è avvilente, preferisco rimanere ignorante".

Non c'è dubbio, il suo pensiero è controcorrente. Le scoperte tecnologiche fanno passi da gigante migliorando l'esistenza degli uomini e lui a diroccare l'anelito di progresso che, sebbene con fatica, comincia a permeare quei tempi.

Per il nostro, l'uomo più va avanti e più le cose si mettono male. Più mostra il lato migliore della sua socievolezza e più diventa farabutto.

L'evoluzione modifica in peggio gli uomini. Da buoni e felici si tramutano in individui che con le loro azioni rovinano se stessi e gli altri.

Arriva a sostenere che la genesi delle scienze non risiede nell'aspirazione di crescere e ottimizzarsi, ma proviene dagli impulsi più interessatamente egoisti. Il lato superstizioso dell'uomo l'ha condotto all'astronomia, la sete adulatoria l'ha portato all'eloquenza, l'avarizia della proprietà privata (calcolare e proteggere i confini) l'ha fatto giungere alla geometria.

La scienza nasce dai vizi umani e questi perpetuano quella.

All'origine della vita l'uomo sorge privo di cattiveria e man mano, coll'avanzare della civiltà, si guasta, fino a corrompersi. Da uno stato idillico primitivo si è sempre più deteriorato verso il dissolvimento. All'inizio è sensibile e naturalmente istintivo, ben disposto verso se stesso e non ostile verso gli altri. Poi l'egoismo sfacciato lo guiderà all'accaparramento dei beni.

Beati i bei tempi.

Che dire del pensiero di Gian Giacomo.

Fu un uomo perennemente insoddisfatto e amareggiato dalla vita. In campo intellettuale e nella vita privata ebbe notevoli delusioni. La mamma morì mettendolo al mondo. Il padre lo abbandono all'età di dieci anni. Dopo aver conosciuto nobildonne, sartine e cortigiane, si mise con una cameriera dalla quale ebbe cinque figli che regolarmente depose all'Ospizio dei trovatelli. Un espediente al fatto che la donna spesso si ubriacava e correva dietro ai garzoni.

Se Rousseau ci stimola ad ascoltare la voce della natura, ad essere noi stessi, a non farci condizionare dal denaro, dalle convenzioni, dalle ambizioni, soprattutto quando dovessero contraffare la nostra vita o, peggio, ammorbarla, allora i suoi scritti sono preziosi, e va fatta di essi una lettura che sproni l'introspezione del nostro intimo essere, se, però, Gian Giacomo vuole, pervaso da una esperienza negativa del suo approccio alla scienza e alla vita in genere, bloccare l'inevitabile cammino e ascesa dell'uomo verso un mondo migliore, allora i suoi pensieri non ci interessano, perché sono contro la storia di tutti i giorni.

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