Sembra strano che due Santi possano essere amici, in primo luogo per motivi logistici (non è che siano così tanti da potersi frequentare in vita), poi perché di norma chi fonda un ordine o una congregazione è troppo preso ad indirizzare i propri compagni (e comunque con il proprio lavoro pastorale) per stabilire relazioni continue con altri fondatori.
Aneddoti sull'amicizia tra Santi si trovano nel libro "la Chiesa nella Storia", di Andrea Maria Erba e Pier Luigi Guiducci, una storia della Chiesa completa degli avvenimenti più importanti, come i Concilii, nonché aggiornatissima (mancano solo i Santi proclamati nello scorso mese di maggio).
Il tema dell'amicizia tra Santi è stato trattato dal prof. Guiducci nel corso della presentazione del libro tenutasi il 16 maggio scorso presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, alla quale hanno portato il proprio contributo il Rettore Mariano Fazio, gli autori, storici della Chiesa come Luis Martínez Ferrer, Ugo Dovere e Johannes Grohe.
Guiducci ha parlato dell'amicizia tra Sant'Antonio Abate e Sant'Atanasio, tra il Beato Bartolo Longo e San Giuseppe Moscati. L'attenzione dello storico si è soprattutto incentrata sul rapporto amicale tra San Filippo Neri, popolare nella Roma del cinquecento come "Pippo il buono" e San Camillo de Lellis, un ex soldato mercenario che, dopo aver intrapreso il suo camino di assistenza agli infermi abbandonati, agli incurabili ed ai moribondi, aveva per qualche tempo mantenuto l'abitudine di frequentare giocatori di carte e di dadi, non sottraendosi a qualche bicchiere di buon vino.
San Filippo rimproverava duramente San Camillo per queste sue intemperanze, rifiutandosi per un periodo anche di confessarlo, delegando un suo confratello a raccogliere il pentimento del fondatore dei Ministri degli Infermi. Alla fine San Camillo fu convinto da Pippo il buono a smetterla con il gioco e il vino, passatempi poco indicati per chi sta intraprendendo una via di santità (soprattutto nella considerazione che un ex militare alticcio poteva anche perdere la pazienza con un avversario a carte).
Tra gli interventi, quello del Rettore della Santa Croce Fazio si è distaccato per la mole di concetti espressi con chiarezza in pochissimo tempo (prima di iniziare il suo cammino accademico e sacerdotale faceva il giornalista). Il prof. Fazio ha fatto un excursus sulla storia della cultura e delle ideologie partendo dal Medio Evo, quando l'uomo aveva una visione "sensata" della vita, ovvero sapeva che la propria vita aveva un senso religioso ben preciso; passando per il Rinascimento e l'Illuminismo, il prof. Fazio è approdato all'attuale situazione, in cui non c'è contrapposizione tra la concezione secolare e quella religiosa, trattandosi di due ambiti ben distinti.