Tutta la sinistra europea, quella italiana, naturalmente, in primis,
osanna il presidente brasiliano Luiz Ignacio Da Silva, detto Lula,
semplicemente perche' e' di sinistra. Cio' tanto basta a certi
giornalisti radical chic nostrani.
Nella realta' chi ci guadagna con il governo Lula sono i banchieri,
perche' gli alti tassi rendono la moneta fortissima, ma per il resto
le esportazioni stanno subendo una battuta d'arresto, il popolo e'
sempre piu' povero, l'ignoranza e' diffusa, la disperazione assale tanta
povera gente.
In compenso Lula sta cercando, prima sfacciatamente, adesso piu'
subdolamente, sacrificando un paio di ministri, come il vecchio amico Aldo Rebelo e il grande elemosiniere Jose' Dirceu, di insabbiare i tanti scandali che scoppiano quasi ogni
giorno, da quello delle Poste al cosiddetto "Mensalão", una tangente
che veniva versata mensilmente ai deputati di opposizione per votare a
favore del governo.
Ma Lula e' un antico sindacalista e in Italia da piu' di trent'anni a
questa parte parlare male di un sindacalista e' peggio che parlare male
di Garibaldi, per dirla con Ferravilla.