torna a "LaFolla.it" torna alla home page dell'archivio contattaci
cerca nell'archivio




ricerca avanzata


Google



contattaci

ingrandisci o rimpicciolisci il carattere del testo

editoriale
il fiuto del vento
di Ada

Tutto sta a capire da quale parte soffia il vento. In politica e' essenziale e chi non sapra' far funzionare il suo senso olfattivo e' bene che si dia una regolata. In queste ultime settimane le operazioni si sono svolte alla grande (come quantita') e si sono visti tentativi piu' o meno gradevoli a seconda dei punti vista, di riposizionarsi in qualche modo in vista delle elezioni politiche di primavera.

A destra come a sinistra si va cercando il candidato premier migliore (nel senso di colui che portera' alla vittoria lo schieramento) ed e' piu' che legittimo farlo. Nel gruppo di sinistra e' stato introdotto il sistema delle primarie scopiazzando malamente gli americani. Tutti sanno da anni che vincera' Prodi, ma ciascun partito vorra' far vedere che il proprio contributo all'alleanza sara' importante e in qualche caso decisivo in base al numero dei voti ricevuti dai vari candidati nelle primarie. Semplice, non e' vero? Ma quando si andra' a votare veramente la vasta platea degli elettori si comportera' nello stesso modo?

A destra le cose sono un po' piu' complicate. Il premier uscente ha tutto il diritto di ripresentrarsi agli elettori per farsi giudicare per cio' che ha fatto con il suo governo nella legislatura. E qui entra in ballo il fiuto del vento perche' dai sondaggi (per quel che valgono, ma sono pur sempre una indicazione di massima) in primavera il vento, appunto, sarebbe a favore delle sinistre. Sara' cosi'? Le opposizioni in genere sono sempre piu' agguerrite in queste situazioni e sono in grado di raccogliere meglio le rimostranze del Paese per quel che non si e' fatto e per quanto si e' fatto male. E' partito percio' il tentativo di riposizionamento: nessuno vuol perdere ed allora giu' con le critiche: vogliamo un salto di qualita', un segnale di novita' ed in parole povere un nuovo candidato premier. Probabilmente non ci sara', perche' e' difficile ora come ora e senza una chiara e precisa decisione dell'elettorato togliere di mezzo Berlusconi.

Si e' parlato di un partito unico o unitario, altri si dilettano ad immaginare un grande partito di centro che dovrebbe essere un faro di attrazione per tutti i moderati, altri ancora sarebbero anche pronti a passare nelle file avversarie, ma vorrebbero farlo con una certa eleganza ed ora non sarebbe proprio il momento. Nascono cosi' nuove sigle politiche che rischiano pero' di far la fine di quelle nate e scomparse rapidamente negli ultimi anni. Tutto questo nel settore di destra.

Nella sinistra la dialettica - chiamiamola cosi' – sembra piu' sotterranea o meno squillante anche perche' la grande stampa a volte la copre con un velo di distacco o indifferenza. Sui grandi temi peraltro esiste e si risveglia quando e' il caso: citiamo tanto per farne uno, quello della Banca d'Italia che ha diviso ed anche molto la stessa maggioranza. Sulla situazione del Governatore non si ascolta una voce univoca ed è un fatto normale nel nostro Paese. Il problema esiste ed e' quasi paradossale: nessuno puo' cacciar via, se lo si volesse, il Governatore in carica che viene nominato a vita, come il Papa. Nessuno ha mai pensato neppure in tempi piu' tranquilli che si tratta di un anacronismo pericoloso, come si e' visto.

Tempi tranquilli! Quando arriveranno? Per i partiti piu' o meno mai. I radicali ad esempio non hanno capito la lezione dell'ultimo referendum e vogliono inserire prima di entrare nel gruppone della sinistra il tema della eutanasia nel programma. Un grande problema dell'uomo moderno senza dubbio, ma che rischia di far saltare tutti gli equilibri dei vari schieramenti politici. Forse si vuole proprio questo.

Commenta Manda quest'articolo ad un amico Versione
stampabile
Torna a LaFolla.it