Non crediamo che ci siano precedenti nella storia della politica italiana di quanto avvenuto nel PD con la vicenda Letta-Renzi. Così eclatante neppure ai tempi della DC imperante che faceva e disfaceva Governi non appena lo riteneva opportuno. Renzi ha ottenuto quel che voleva e agguanta il potere facendosi largo prima con le primarie per la segreteria del partito democratico e poi con la incredibile autonomina a candidato a Palazzo Chigi. Appoggiato da altre forze "non politiche".
Enrico Letta esce dalla scena senza una sconfitta parlamentare pur avendo fatto di tutto per rimanere a galla riuscendo fra l'altro a spaccare in due il partito di Berlusconi. Il sindaco di Firenze, o meglio ex sindaco, si è impegnato a cambiare l'Italia e siamo certi che si butterà nell'ardua impresa con spirito innovativo. Ci riuscirà ? Nessuno lo può dire, ma alcune riforme cui è affezionato, tipo quella del Senato ci sembrano piuttosto strambe .
A Palazzo Madama andrebbero in pochi (meno di duecento) e dovrebbero rappresentare i sindaci e i presidenti delle province e va bene, ma lui ci aggiungerebbe rappresentanti delle categorie e del lavoro, senza stipendio (e va ancora bene) ma soprattutto senza compiti. Tanto varrebbe chiudere il portone per sempre a questo residuo dello statuto albertino e alle nomine dei senatori a vita. E poi che gli salta in mente al Renzi di riproporre una camera delle "corporazioni" di mussoliniana memoria (senza "fasci" per fortuna), con delegati di professionisti, medici, avvocati, ce ne sono già tanti, sindacalisti, operai di grosse aziende, di piccole strutture o di medie e di disoccupati o sottoccupati. Professori e maestri, scrittori e musicisti non dovrebbero mancare. Lasci perdere, di bailamme come quelli attuali nelle TV tanti italiani ne hanno ormai piene le tasche.
articolo pubblicato il: 15/02/2014