Nel catalogo pubblicato a corredo della mostra si presenta per la prima volta l’inventario completo e illustrato di questi lasciti. Si presentano inoltre sedici bozzetti da una collezione privata – quasi tutti inediti – da lui realizzati fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento che permettono di documentare un aspetto poco noto del suo lavoro, come la partecipazione a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici. Un’attività parallela alla pittura di cavalletto che, insieme ad altre occupazioni, quali la realizzazione di mosaici e rilievi, anche per monumenti funerari, o il restauro, ha contraddistinto buona parte del percorso artistico di molti artisti in decenni segnati da una difficile situazione congiunturale.
Boldini conduce una vita appartata e tranquilla, lontano dalla mondanità, circondato dagli affetti familiari e dagli amici più fidati. Nel 1927 dall’unione con la moglia Marily nasce una figlia, Anna, detta familiarmente Annaly. La piccola viene ritratta a più riprese dal padre e a lei si è voluta dedicare in mostra un’intera sezione. Nel 1945 Annaly comincia a presentare i segni di quella malattia degenerativa che la porterà alla paralisi e alla morte ad appena ventisei anni, nel 1953, lasciando un segno indelebile nell’animo dell’affettuoso padre. Schivo, riservato, solitario, ma non isolato e, anzi, amante delle conversazioni con gli amici, Boldini costruisce nel corso della lunga vita una rete di solidi rapporti con critici, intellettuali, scrittori, pittori, scultori che apprezzano le sue qualità di uomo e di artista.
Si è quindi voluto dedicare spazio alla ricostruzione di questo ambiente fatto di stima e condivisione rintracciando opere donate in segno di affetto a personaggi come Virgilio Gilardoni, Piero Bianconi, Adriano Soldini, Mario Agliati, Remo Beretta, Giorgio Orelli, Eros Bellinelli, Mario Barzaghini, Angelo e Pierre Casè, Giovanni Genucchi, solo per citarne alcuni. In molti casi sono presentate per la prima volta al pubblico.
In questa occasione vengono anche presentate due sale della collezione permanente riallestita, con opere dal Cinquecento al Settecento (Francesco De Tatti, Giovanni Serodine, Pierfrancesco Mola, Giuseppe Antonio Petrini). Una sezione è inoltre dedicata a dipinti di recente entrati nelle raccolte della Pinacoteca grazie ad acquisti o donazioni: si tratta di pittori che sono già stati oggetto di mostre a Rancate, come Fausto Agnelli, Emilio Oreste Brunati, Rosetta Leins. È invece esposto per la prima volta al pubblico, dopo una collettiva tenutasi nel 1919 a Basilea, Umanità di Augusto Sartori.
articolo pubblicato il: 06/05/2023