A unire questi due destini è un taccuino, quello che Beatrice deve studiare e interpretare. La cosa che rende questo oggetto speciale è che quella civiltà, in quell’epoca storica, non conosceva la scrittura. In esso ci sono simboli e caratteri sconosciuti. È così che Beatrice conoscerà la storia della druidessa, della morte della madre e del dono di quel taccuino. L’amore e il dolore di questa giovane ragazza e il suo rapporto con la sorella Oonagh. L’alternarsi delle vicende, di due donne che vivono esperienze molto lontane, sia per cultura ma anche per questioni storiche e ambientali, incuriosiscono il lettore.
Il mondo celtico affascina da sempre anche se fin dal medioevo i celti furono inglobati dagli altri popoli. Le loro usanze e il loro mondo appare ai nostri occhi magico anche grazie alla figura del druido. La magia ha delle regole ben precise. Il padre di Gwyny può poco al cospetto delle divinità e deve fare ciò che è scritto nel destino, sa che non si può combattere contro e cerca di trasmettere il suo sapere alla figlia. Figura più oscura e, credo, meglio riuscita in questo romanzo, è quella di Oonagh.
L’autrice ce la presenta come un piccolo fagotto da difendere ma, crescendo, mostrerà alcuni dei caratteri dei celtici così come sono stati descritti dà molta letteratura antica: irascibile e litigiosa. Non presenta però lealtà e valore. L’aspetto è proprio quello di una strega del medioevo, bellissimi capelli corvino e occhi viola. Non può diventare una druidessa, il padre comprende che utilizzerebbe male il suo potere e, di conseguenza, lo impedisce. Dopo la morte di questi, Oonagh utilizzerà in maniera goffa e per scopi personali la magia creando disagio e sofferenza.
Il destino è proprio così, insondabile? Anche se cerchi in tutti i modi di eliminare il male e i mezzi per farlo prosperare, ci sarà sempre la scintilla che lo farà scatenare? Oonagh, pur non essendo vero, crede di essere nata dal male, se ne convincerà e farà di tutto per diventare il male. Perché siamo noi i padroni del nostro destino e solo noi capaci di costruirlo e crearlo, con le nostre azioni, nel bene o nel male.
Samanta Giambarresi
articolo pubblicato il: 29/07/2023