Fondatrice del gruppo Novecento e mecenate di numerosi artisti, da Umberto Boccioni a Mario Sironi ad Achille Funi, la Sarfatti è stata una figura-chiave nel panorama artistico, e non solo, del secolo scorso. Fu ingiustamente rimossa dalla storiografia, nonostante – o forse proprio per questo – fosse una donna potente, «la prima al mondo ad affermarsi strutturalmente nel ruolo di critica d’arte» (Massimo Mattioli), e la sua influenza, temuta e riverita dagli artisti della sua epoca, finì per riguardare non soltanto il campo dell’arte. Fu fondamentale infatti il suo apporto alla nascita del fascismo, avendo assunto su di sé, dietro le quinte, un ruolo importante nel far affacciare Mussolini, l’uomo da lei amato, sulla scena politica italiana. Nell’originale monologo della Dematté, la Sarfatti entra nella mostra, alla quale non era stata invitata, del decennale della Marcia su Roma nel ’32 a Palazzo delle Esposizioni e, nel tentativo di dare senso e dignità estetica a quanto ha vissuto, ripercorre le vicende della sua vita materna, amorosa, politica, artistica. È una donna che per superare il dolore della perdita del figlio Roberto, morto sul campo di battaglia durante la Prima Guerra Mondiale, ha inventato e lanciato la figura del Duce, determinandone l’ascesa. Nei bizzarri movimenti della sua anima si trovano così intrecciati gli intimi dolori della madre, la grande storia, i bisogni del popolo che hanno condizionato l’arte e la storia italiana. «I movimenti della storia – scrive l’autrice Angela Dematté – partono tragicamente anche dall’intimo di una donna. L’intimo è politico». In un flusso di pensieri, la Sarfatti incarnata da Claudia Coli, interprete cresciuta tra palcoscenico, cinema e televisione si interroga sul suo rapporto con il potere, con il maschile, in contrapposizione al femminile, all’arte e al senso di libertà. La donna ebrea che inventò la figura del Duce e diventò la sua amante ne finì schiacciata, costretta all’espatrio con l’entrata in vigore delle leggi razziali. Come scrive Massimo Mattioli, critico, giornalista e saggista che firma i contributi scientifici dello spettacolo, e il cui libro “Margherita Sarfatti. Più” (Manfredi Edizioni 2019) ha rappresentato uno spunto per la stesura del testo drammaturgico: «Se Margherita Sarfatti non avesse incontrato Mussolini oggi sarebbe celebrata come figura di donna all'avanguardia nei costumi e nell'emancipazione […] e verrebbe studiata come personaggio centrale nello sviluppo delle idee e nell'elaborazione del pensiero culturale e politico di un'importante parte del '900».
ORARI martedì 9 Luglio - 20:30 mercoledì 10 Luglio - 19:15 giovedì 11 Luglio - 20:30 venerdì 12 Luglio - 19:15 sabato 13 Luglio - 19:15 domenica 14 Luglio - 19:15
INFO - BIGLIETTI SETTORE A (file A–D) intero 25€ SETTORE B (file E–S) intero 20€; under26/over65 15€; convenzioni 18€ SETTORE C (GALLERIA) intero 15€; under26/over65 12€
BIGLIETTERIA via Pier Lombardo 14 02 59995206 biglietteria@teatrofrancoparenti.it
Sarfatti da un’idea di Massimo Mattioli di Angela Dematté con Claudia Coli regia Andrea Chiodi scene Guido Buganza costumi Ilaria Ariemme musiche Daniele D’Angelo luci Orlando Cainelli produzione MART museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto / Teatro Stabile di Bolzano / Centro Servizi Culturali Santa Chiara
Claudia Coli è un’attrice italiana. Si diploma alla scuola del Teatro Stabile di Genova, completa la sua formazione in Francia e in Italia presso il Centro Teatrale Santa Cristina diretto da Luca Ronconi. Debutta in palcoscenico al Teatro di Genova con la regia di Jerzy Stuhr. Nel cinema esordisce in un ruolo da protagonista nel film “Le parole di mio padre” di Francesca Comencini (Festival di Cannes). Seguono spettacoli teatrali per la regia di Valerio Binasco quali “Il gabbiano” di Cechov (nel quale interpreta Nina) e Cara professoressa di Ljudmila Razumovskaja. Nel 2003 viene candidata al Premio Ubu come Nuova attrice (under 30). Torna al cinema con “Il fuggiasco” di Andrea Manni tratto dal romanzo di Massimo Carlotto. Nel 2004-2005 è coprotagonista in tv in “Amanti e segreti 1-2” di G. Lepre Rai 1. Nel 2005 il regista Patrice Chéreau la sceglie nel film “Gabrielle”, dove recita in lingua francese al fianco di Isabelle Huppert: per la sua performance viene selezionata alla candidatura dei César come “Nouvelle Espoir féminin”. Nel corso degli anni, sempre in cinema, lavora con Renato De Maria, Francesco Falaschi, Marina Spada, Maria Sole Tognazzi, Eros Puglielli, M.T. Giordana e Tony D’Angelo in “Calibro 9”, con A. Boni e M. Placido In televisione, sempre per la regia di Renato De Maria, prende parte al serial “Medicina generale”. Sul piccolo schermo seguono lavori con Francesca Archibugi (“Renzo e Lucia”), e fiction come “Raccontami”, “L’uomo della Carità” (con Giulio Scarpati), “L’allieva”, “Provaci ancora Prof”, “1992” con Stefano Accorsi, “Don Matteo 10”, “Non Uccidere” e in ultimo “Carla” film tv su Carla Fracci per Rai Uno. Tornando al teatro, nel corso degli anni recita in “Tre sorelle di Čechov” per la regia di Massimo Castri, ma ha anche firmato una sua ideazione assieme al musicista Arturo Annecchino dal titolo “La signorina Else... e di alcuni piccoli valzer” tratto da Arthur Schnitzler. È stata la protagonista femminile della commedia brillante “Cercasi tenore” con Gianfranco Jannuzzo e ha lavorato con Nikita Michalkov, con Valter Malosti in “Orgia” di Pasolini, con Pietro Maccarinelli e altri. Ha recitato in produzioni del Teatro Elfo Puccini con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, tra cui “Afghanistan Il Grande Gioco. Enduring Freedom”. È insegnante di recitazione per la Scuola Civica Paolo Grassi di Milano – Summer School, All’ ICMA scuola di cinema Michelangelo Antonioni e tiene laboratori di recitazioni su testi teatrali e cinematografici.
articolo pubblicato il: 06/07/2024