Le residenze artistiche sono una cifra costante della stagione teatrale di Fabriano al via proprio domenica con questo spettacolo fuori abbonamento – nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC – e rappresentano preziose occasioni per la città che ospita le compagnie per periodi più lunghi, favorendo un maggiore indotto economico e culturale. Bernard-Marie Koltès morì di Aids a soli 42 anni nel 1989. Un giorno, nella metropolitana di Parigi, l’autore vede un manifesto con il volto di un ragazzo ricercato dalla polizia francese. Da quel momento decide di raccontare la sua storia e di farne il personaggio protagonista di quello che sarà il suo ultimo testo teatrale. Roberto Zucco fu scritto nell’ultimo anno di vita di Koltès e rappresentato postumo nel 1990 con la regia di Peter Stein. Il testo si ispira alla vicenda del giovane pluriomicida italiano Roberto Succo che a 18 anni uccide il padre e la madre. Dopo cinque anni di prigione, evade e comincia una fuga che impegna la polizia di tre nazioni e che lascia dietro di sé altri cinque assassinii. Dopo due anni viene arrestato e di nuovo imprigionato. Si suiciderà nella sua cella del penitenziario di Vicenza il 28 maggio 1988. Aveva 26 anni.
«Koltès rispetto alla sua scelta di raccontare la storia di un omicida seriale come Roberto Succo disse “c’est la première fois que je m’inspire de ce qu’on appelle un fait divers, mais celui-là ce n’est pas un fait divers”. Zucco – racconta la regista Giorgina Pi – non è un fatto diverso, ma la stessa figurazione del teatro, nella sua essenza, nella sua dimensione politica di raccontare il mondo a partire dal suo scandalo. Non è un fatto diverso, perché per Koltès è “un personaggio mitico, un eroe, come Sansone o Golia, mostri di forza, uccisi infine da un sasso o da una donna”, è un’ispirazione che viene dritta dal reale e dalla letteratura insieme, iscrivendosi in una linea del crimine che li accomuna. Anche per me Zucco non è un fatto diverso: è l’incarnazione contemporanea dell’ossessione della sfida come forma di follia del nostro tempo, incisa in un mondo impari e costitutivamente violento. E quest’asfittica dimensione dell’esistere viene raccontata in questo testo da uno straordinario coro di personaggi intorno, di rara raffinatezza psicologica e capaci di attraversare ulteriori universi oscuri abitati da donne, reietti e corrotti. Questa miriade di volti avvolge Zucco dentro a un ritmo serrato, a un découpage che assomiglia a quello di una sceneggiatura cinematografica».
La traduzione del testo è a cura di Francesco Bergamasco, adattamento, regia, scene e video sono di Giorgina Pi, colonna sonora originale di Valerio Vigliar, ambiente sonoro a cura di Collettivo Angelo Mai, interpreti Valentino Mannias con Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Dimitri Papavasiliou, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Alexia Sarantopoulou. La produzione dello spettacolo è di Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato e RomaEuropa Festival, in collaborazione con Angelo Mai, un progetto di Bluemotion, in accordo con Arcadia & Ricono, per gentile concessione di François Koltès in collaborazione con AMAT, Comune di Fabriano.
Informazioni AMAT 071 2072439, biglietteria Teatro Gentile 0732 3644 e circuito vivaticket, anche on line. Inizio spettacolo ore 17.
articolo pubblicato il: 16/10/2024