“La donna fatta a pezzi” è presentato nell’ambito della stagione “Cromosomi teatrali” di Teatri di Vita, realizzata con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura. Nell’Algeria del 1994 devastata dalla guerra civile, una giovane insegnante viene giustiziata per aver insegnato in francese, lingua del colonialismo (ferita apertissima, cancrena inarrestabile), “storie oscene”, ovvero Le mille e una notte. Dall’Algeri storica alla Baghdad mitica, in cui Shahrazad racconta la storia di una donna uccisa dal marito geloso. Le due storie si intrecciano in un susseguirsi di scatole cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente di racconto nel racconto, che porta in primo piano storie di femminicidi e violenze che attraversano le epoche. La vicenda della donna algerina, infatti, trae spunto da una storia realmente accaduta: Assia Djebar, con la sua narrazione travolgente e poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del mito, pervasa di erotismo e di profumi, alla dolorosa Algeria della nostra epoca. Poco più di venti anni sono passati dalla scrittura del racconto La donna fatta a pezzi, ma l’attualità dell’opera ci fornisce ancora oggi spunti per riflettere e non arrenderci all’ignoranza che è madre di ogni intolleranza e di ogni violenza.
Filippo Renda ha diretto diversi spettacoli con la sua formazione Idiot Savant, tra cui Morsi a vuoto e Blue Kafka di Maniaci d’Amore prodotto dal Festival delle Colline Torinesi, Il mercante di Venezia di Shakespeare prodotto da Elsinor. A Teatri di Vita abbiamo avuto occasione di assistere ad alcuni suoi spettacoli capaci di portare tematiche forti in modo lucido e ‘spietato’, come Fake, prodotto da Manifatture Teatrali Milanesi, e Circeo. Il massacro, prodotto dal Teatro delle Donne come La donna fatta a pezzi.
articolo pubblicato il: 13/11/2024