Un lavoro che vuole in primis rompere gli argini delle mode e dei dettami imposti, andando a stravolgere le sonorità che ogni giorno siamo costretti ad ascoltare in radio e in televisione per miscelare tradizione e modernità. Brani per niente scontati, con testi molto densi, quasi architettonici, pieni di richiami, citazioni e giochi di parole.
"Dopo l'inaspettato successo di Bianchissimo sono davvero entusiasta di uscire con un nuovo album, questa volta di inediti. – Dichiara Manuel Santini- C'è molto bisogno di musica vera secondo me è questo lavoro ha proprio questo obiettivo, andare contro tendenza" Entrare in questo Overlook Hotel è come perdersi in un vortice ipnotico di musiche jazz, pop, rock e d'avanguardia, tra canzoni che cambiano ritmo, tempo e genere in un istante (già il brano di apertura La peperonessa racchiude il mood del disco) e brani con vocalità potente e ariosa come la profonda e commovente A dire il vero (la frase "meglio goccia che oceano" è uno dei brividi che si arrampicano lungo la schiena) o la delicatissima Dall'altra parte del mare.
Gli autori lanciano un forte messaggio in Perché cambiare? dove Santini nelle strofe si trova nei panni di un sergente omologatore che cerca di uguagliare tutti e standardizzare ogni cosa per poi cantare la libertà nel ritornello in un doppio ruolo che richiama alcuni classici di Battiato e Rino Gaetano. Una riflessione profonda e molto dettagliata è quella del pezzo di chiusura, L'incompiuto in cui si elencano opere d'arte rimaste non finite (per volontà o per necessità) e proprio il non finito si veste di mistero e di memoria come Santini canta nel ritornello.
articolo pubblicato il: 30/11/2024