Una stanza bianca, chiusa, ma aperta da fenditure attraverso le quali possiamo intravedere i fantasmi di D prendere vita. Immaginiamo delle proiezioni, una telecamera con cui D filma gli oggetti di scena; due realtà parallele che si intrecciano di continuo, fino a confondersi, per poi ritrovarsi tra le deformazioni degli oggetti/personaggi. Una visione di donna, una porta che non c’è, e, tutto ha inizio: la stanza silenziosa si popola di musica, immagini e parole in un flusso di coscienza. D. ci conduce in un viaggio tra le pieghe della sua memoria, costellato da ospiti misteriosi. Questa donna, D, dall’apparenza fredda ed elegante usa la sua lingua, il dialetto napoletano, per strappare le memorie dalle viscere, si aggrappa alle sue radici, ai suoni più profondi per Ricordare e aprirsi ad un nuovo futuro. La regola del qui ed ora, propria del teatro e della rappresentazione scenica, potrebbe sembrare venga ignorata declinando il racconto sul piano del ricordo; ma davvero i ricordi appartengono al passato? O possono essere così presenti da condizionare il nostro futuro? Un dialogo forse solo immaginato, come a volte succede: “Cosa gli direi, se lo avessi qui, di fronte a me?” “Ah, se quella volta non avessi avuto paura di dire davvero cosa pensavo, cosa provavo …”. Chi di noi non si è posto una simile domanda almeno una volta. Quanti abbiamo immaginato ogni singola parola di un dialogo, come la scena di un film, in ogni suo più piccolo dettaglio. Frasi, suoni, colori, odori, nulla viene lasciato al caso, quando si scansionano i ricordi, e lo stesso avviene per D., che da questi inizia a raccontare, dalla loro parte più concreta, gli oggetti, che si fanno simboli, carichi di energia, elementi fondamentali di una sorta di atto psicomagico, necessario affinché il dolore dell’esperienza ad esso legata, possa tramutarsi in altro, magari in quella forza necessaria a sovvertire quel corso di eventi che sembrava già segnato. Qui, i versi delle canzoni sono provocazioni, campanelli d’allarme, richiami di un altrove, balsamo per le ferite, presa di coscienza e negazione.
Sala Ichòs Via Principe di Sannicandro 32/A – San Giovanni a Teduccio (NA) Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio. Info e prenotazioni: whatsapp 366 871 1689 – mail itinerarteass@gmail.com Per lo spettacolo, è previsto un servizio navetta gratuito con prenotazione obbligatoria a 338 9025 758 Biglietto intero 10 euro ridotto 8 euro under 25 anni, over 65 anni, disoccupati; 5 euro allievi di scuole di danza e teatro
articolo pubblicato il: 17/04/2024