editoriale
c'è taglio e taglio
di G. V. R. M.

L'ANCI, l'associazione che riunisce i Comuni italiani, è sul piede di guerra per i tagli che saranno previsti per i bilanci degli enti locali se il Senato confermerà quanto stabilito dalla Camera con la Legge di Stabilità.

I rappresentanti dei sindaci hanno minacciato le dimissioni in blocco dei primi cittadini e potrebbe anche essere, visti i precedenti, che i partiti di maggioranza facciano pressioni sul Governo affinché la legge venga annacquata abbastanza da non scontentare gli enti locali.

Ora, è vero che tutti sono utili, ma forse non sempre sono indispensabili, e se ottomila, più o meno, cittadini italiani non vorranno più fare il sindaco, forse tra gli altri sessanta milioni se ne troveranno altri ottomila pronti a sostituirli.

Una volta in ogni Comune c'era il Sindaco, la Giunta espressa dai Consiglieri eletti, un Segretario funzionario del Ministero degli interni. La domanda da porsi è dove fossero i sindaci quando furono istituiti i Presidenti dei Consigli Comunali, i Direttori Generali, gli Assessori nominati anche al di fuori dei Consiglieri eletti.

Se andiamo poi a vedere l'organico di un piccolo comune di trent'anni fa scopriamo che tante figure prese al di fuori dell'organico comunale non esistevano, come invece esistono oggi, tra consulenti, segretarie particolari, addetti alle relazioni esterne e magari anche responsabili dell'ufficio studi e programmazione.

Identico discorso può farsi per le Province. Fino agli anni Sessanta erano novantadue, poi per molti anni novantacinque. Adesso sono molte di più; quelle delle Regioni autonome possono toccarle solo le Regioni stesse e per le altre non è ancora detta l'ultima parola sulla soppressione.

I tagli danno fastidio a tutti, ma ha più diritto di lamentarsi chi non riesce ad arrivare a fine mese con il suo stipendio, in pratica decine di milioni di italiani. Sulle auto blu e le spese di rappresentanza si può invece anche discutere.

articolo pubblicato il: 21/11/2012