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"Street Art a Venezia"
di Paolo Sasso

“Possiamo affermare che non esista luogo più distante di Venezia dai linguaggi della Street Art. Non una metropoli di cemento, niente gallerie e metropolitane, non un luogo dove il grigiore delle architetture induca gli artisti ad operazioni di writing. Non un territorio di gang rivali che si scontrano per questioni territoriali a suon di tag. Venezia è città di bellezza classica, sorprendenti scorci di luce e una tradizione millenaria. Ma è anche la città della Biennale, la mostra d’arte contemporanea più importante del mondo che da più di un secolo porta in laguna le novità dei linguaggi contemporanei. In questa Venezia di storia e modernità, spinto da un animo curioso, Michele De Luca ha tracciato una sorta di mappatura ideale suddivisa per sestrieri, andando letteralmente a caccia di opere street nascoste tra le pieghe di ponti e sottoporteghi, calli, fondamenta, campi e campielli. Ne deriva un vocabolario visivo sorprendente, scoprendo che non c’è zona di Venezia non interessata da questo fenomeno. C’è la modernità delle tematiche sociali e la fantasia ispirata ai comics, ci sono le tecniche tipiche del moderno graffitismo, con l’immancabile bomboletta, ma anche lo stencil, lo sticker, il Wheatpaste (Attacchinaggio)”.

Così lo storico dell’arte Andrea Baffoni ci introduce al bel libro fotografico di Michele De Luca, Street Art a Venezia, pubblicato, con eccellente raffinatezza grafica, dalla Editrice Supernova di Venezia. Il fotografo, che vive e lavora tra Roma e Venezia, ci regala uno sguardo inedito e assolutamente originale sulla Città Lagunare, con la selezione di oltre cento immagini. che oltre a rappresentare un “documento” prezioso (l’unico che resterà nel tempo, oltre la ineluttabile caducità e provvisorietà della loro esistenza assolutamente precaria e destinata a scomparire per sempre) del volto mutevole. attraverso fotografie realizzate nel corso di una quindicina d’anni, quindi tutt’altro che “estemporanee, ma frutto di un progetto preciso e meticoloso, continuano a vivere con la “dignità” e la forza di immagini nuove, autonome nella loro efficacia comunicativa, liberate dal contesto in cui sono state create e collocate.

Questo lavoro di De Luca mostra un aspetto particolare della sua ricerca che in generale con il suo obiettivo porta avanti da tanti anni (e solo da poco ha deciso di farcela conoscere e condividere con noi), diretta a rappresentare l’universo effimero delle fisionomie urbane, anche attraverso frammenti che da invisibili o assolutamente trascurabili diventano nuove immagini, l’occhio del fotografo traduce, con la sua acutezza e sensibilità estetica, in vere e proprie opere d’arte. Di come l’autore di questo prezioso volumetto abbia dato ampia testimonianza, riguardo al suo modo di concepire e praticare la fotografia, si è potuto ampiamente cogliere nella pubblicazione del suo importante libro fotografico Dettagli, con presentazione e a cura di Italo Zannier e pubblicato dalla Editrice Quinlan di San Severino Marche, in cui lo spettro della sua ricerca appare molto più ampio e variegato.

In un interessante articolo apparso il 23 settembre sul quotidiano “La Nuova Venezia”, ha notato, tra l’altro, Enrico Tantucci: “Ricostruire come ha fatto Michele De Luca la geografia visiva di queste presenze, è anche un modo per far capire che Venezia resta comunque, al di là della sua cornice museale e del rito quotidiano del turismo di passo, una città ancora viva. Dove i giovani non sono scomparsi, ma segnalano, anche in questo modo la propria presenza e il desiderio di esserci”. E inoltre, riguardo allo strumento espressivo, testimone di creatività popolare il più delle volte anonima, dell’arte di strada, aggiunge: “Il fenomeno anche nella nostra città c’è, è vivo e va considerato come un elemento della rappresentazione visiva contemporanea di una città come Venezia, in mezzo alle sue contraddizioni e al continuo dibattito su ciò che è adatto o inadatto per lei”.

Insomma, un libricino (solo per quello che attiene al suo formato) denso di sollecitazioni visive, di apparizioni improvvise, che accompagnano il lettore in un itinerario scandito dai sestieri veneziani, nei loro angoli a volte più appartati e nascosti, negati per lo più allo sguardo fugace dei passanti, che invece il fotografo nelle sue lunghe camminate, con la curiosità di un giornalista, riesce a scovare e ad “eternare” con la sua piccola digitale, per riproporle all’attenzione e fruizione collettiva. Scrive ancora Baffoni nella sua interessante introduzione: “ L’azione di De Luca è quindi portata avanti nella consapevolezza che l’unica possibilità di persistenza sia quella fotografica. Un’arte resistente al tempo solo attraverso un’altra arte. Sembra quasi paradossale, eppure in tutto questo c’è una verità, anzi una necessità di raccontare un’epoca, la nostra, dove una certa forma di espressività passa attraverso i muri, andando a scovare sorprendenti assonanze … Michele De Luca ci offre questa pubblicazione che testimonia oggi una situazione artistica viva, colorata, ricca di messaggi, profondamente autentica e democratica. Piena di stimoli e affascinante, in una delle città più famose del mondo, più visitate, più fotografate e più fotogeniche del mondo, dove anche l’arte più metropolitana del mondo assume nuovi connotati e un senso che non ha eguali in nessun’altra parte del globo”.

articolo pubblicato il: 26/09/2024 ultima modifica: 07/10/2024