L'Associazione Culturale Teatri&Culture
presenta
CENA CON VERTEBRA
di Franca Zucca
Dal 10 al 20 febbraio 2011
TEATRO ANTIGONE
REGIA CARLO DILONARDO
con (in ordine di apparizione)
Giuliana Meli (Matilde), Andrea Cannucciari (Osvaldo), Francesca Del Vicario (Alice) Valter Venturelli (Signor G.), Manuel Diaz, Vincenzo Musmanno (gli addetti) Francesca Del Vicario (la suocera)
Aiuto regia: Gennaro Paraggio
Scene e Costumi: Chiarastella Vigilante
Suoni e Colori: Gennaro Paraggio
Organizzazione: Teatri&Culture
Nel neonato Teatro Antigone di Testaccio va in scena "Cena con vertebra" di Franca Zucca, per la regia di Carlo Dilonardo. Una commedia grottesca, esilarante, che, tra ironia e assurdo, pone l'attenzione sulle dolcezze e i tormenti del rapporto genitore-figlio. Osvaldo, colto da un momento di infinito amore per il povero padre deceduto da molto tempo, all'atto della compattazione viene spinto da una irrefrenabile voglia di tenerlo ancora accanto, tanto da riuscire a rubare una sua vertebra. Ma poi...che farsene?
Padri assenti (in vita e 'post mortem')...e madri approssimative segnano le vicissitudini di questi due ex-coniugi alle prese con la non facile ri-collocazione di una vertebra paterna trafugata dal cimitero a scopo 'esami genetici'. Un 'osso' può ri-prendere "vita" attraverso il desiderio inappagato di 'corporeità' e affetto di chi...c'è, nei confronti di chi ormai 'non è più' - in una sorta di rentrée onirica...compensatoria(?) degli scarti di sofferenza adolescenziale (a tratti atroce), sia pure condita nel linguaggio, qua e là, di incolpevole (si spera) vena comica. La drammaturgia non si rispecchia pedissequamente nel testo messo in scena, per sottrazione, in quest'ultimo, di alcuni elementi drammaturgici presenti nell'opera originaria, e per "ritocchi" sparsi sulla lingua della voce dei personaggi.
Si focalizza l'attenzione sull'analisi dei rapporti famigliari, messa in risalto da meccanismi surreali o, per meglio dire, su-reali, cioè "sopra" la realtà delle cose, "sopra" la superficie rispetto a quello che di "reale" è nascosto nel profondo di ciascuno. Ho cercato di realizzare questa messa in scena attraverso una linea grottesca che come è noto sfocia fisiologicamente nell'assurdo, un assurdo che agli occhi dello spettatore diventa paradosso: l'infinito amore per il padre "regala" al protagonista un raptus che lo porta a rubare una vertebra al genitore defunto, al momento della compattazione di quest'ultimo. L'atto in sé può essere considerato una profanazione, una follia ma agli occhi del protagonista e, probabilmente di qualche spettatore presente in sala, appare solamente un gesto di infinito amore per un caro estinto. Fin qui l'aspetto poetico e narrativo. Ma una volta rubata la vertebra, che farsene? Come e a chi restituirla? Lo vedrete...
TEATRO ANTIGONE
Via Amerigo Vespucci, 42 - Roma (Testaccio) / Info: www.teatroantigone.it
DATE E ORARI
Dal 10 al 20 febbraio 2011 / Da Giov. a Sab. ore 21.00 - Dom. ore 18.30
COSTO DEI BIGLIETTI
12 € intero - 10 € ridotto - 8 € gruppi/over 65/under 10
Info e prenotazioni: 392.1505171
articolo pubblicato il: 03/02/2011