periodico di politica e cultura 8 dicembre 2024   |   anno XXIV
direttore: Gabriele Martinelli - fondato il 1/12/01 - reg. Trib. di Roma n 559/02 - tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito
archivio
Google

musica: al Conservatorio Verdi di Torino per l'Unione Musicale

Quartetto Esmé in concerto

Dalla pop music alle serie tv, dai cosmetici ai trend di moda, la Corea del Sud nell’ultimo decennio ha lanciato tendenze a livello internazionale, facendo parlare l’Occidente di una vera e propria Korean wave. Il fenomeno ha contagiato largamente anche la musica classica, dove i musicisti orientali – e coreani in particolare – continuano a imporsi nei maggiori concorsi e sui palcoscenici internazionali.

La loro pacifica “invasione” è sostenuta da doti personali, impegno instancabile e solidi studi nella “vecchia” Europa, come accade per il Quartetto Esmé, fondato nel 2016 da quattro giovani musiciste coreane che hanno studiato a Colonia, Lubecca e Hannover.

Il concerto di Torino sarà la loro unica data italiana per la stagione 2024-2025 e l’Unione Musicale è felice di essersela accaparrata visto il successo del concerto del 2022, in cui il Quartetto aveva entusiasmato il pubblico torinese con l’espressività e l'eccellente senso di equilibrio che rendono irresistibili le loro esecuzioni.

Ammirato per l’energia e la raffinatezza delle loro interpretazioni, il Quartetto Esmé cattura l’ascoltatore per l’altissima qualità individuale unita a una profonda sintonia d’insieme, che produce esecuzioni sempre convincenti, sia che si tratti del repertorio classico, romantico sia di pagine contemporanee.

Fondato nel 2016, il Quartetto Esmé prende il nome da un’antica parola francese che significa “amato”. Nel 2018 si è affermato sulla scena internazionale con la vittoria del Concorso internazionale per quartetto d’archi della Wigmore Hall di Londra, nel quale si è aggiudicato il primo premio e quattro premi speciali (miglior esecuzione di Mozart e di Beethoven, premio della Proquartet di Parigi e premio della Fondazione Esterhazy). Nello stesso anno l’ensemble è stato nominato miglior artista “lauréat” all’Accademia del Festival d’Aix-en-Provence ed è stato “artist in residence” all’Accademia McGill di Montreal.

Dal 2023 il violista belga-americano Dimitri Murrath è entrato a far parte del quartetto, sostituendo la violista Jiwon Kim.

Il programma che verrà eseguito mercoledì 20 novembre all’Unione Musicale offre una panoramica sintetica dell’evoluzione della musica per quartetto d’archi nei secoli: da Haydn, “padre” del quartetto per definizione, fino Korngold, il cui brano è stato composto negli anni dell’ascesa del Nazismo in Germania.

Il concerto inizia con il Quartetto op. 76 n. 4, che Haydn scrisse nel 1796 a Londra, dove si era trasferito dopo la morte del principe Nicolaus Esterhàzy, presso la cui corte aveva prestato servizio per trent’anni. Il brano solo in apparenza è molto semplice, poiché basato su una cellula di cinque note; in realtà lo è elaborato e complesso, riservato a “veri intenditori". Il titolo Aurora è uno dei tanti nomignoli usati dai contemporanei di Haydn per cogliere il tratto più saliente delle sue numerosissime partiture. In questo caso il titolo si riallaccia al carattere ascendente del tema di apertura. Ammirato da Mahler e Richard Strauss (che ne furono i mentori) e da Puccini, il compositore Erich Wolfgang Korngold era radicato in quell’immaginario viennese che ammicca ai valzer di Johan Strauss e all’intricato lirismo di Richard Strauss. Il suo Quartetto op. 26 n. 2 venne scritto nel 1933, poco prima che il compositore, di origini ebraiche, lasciasse l’Europa per Hollywood a seguito dell’ascesa al potere di Hitler. È una pagina di grande freschezza creativa, caratterizzata da vitalità melodica e dal trattamento virtuosistico di ciascuno strumento.

Langsamer Satz (1905) di Anton Webern è un lavoro molto intenso che affonda le radici nel Romanticismo post-brahmsiano e nella tonalità, e condensa in pochi minuti una vasta gamma di emozioni, dallo struggimento al tormento drammatico fino al tranquillo epilogo. Questa pagina, lontana dal puntillismo seriale delle composizioni mature, costituisce il momento di passaggio dalle forme tradizionali dell'Ottocento a nuove strutture: qui Webern prende congedo dall'imprescindibile tradizione musicale ottocentesca per divenire uno dei principali e fondamentali iniziatori della musica contemporanea.

Il Quartetto in fa minore op. 80 fu l’ultimo lavoro composto da Mendelssohn e rappresenta un omaggio alla memoria della sorella Fanny. In questa pagina tremoli, sincopi e continui cambi di dinamica, di accento e di intensità caratterizzano i tre movimenti esterni e sono espressione del dolore e della fredda disperazione che hanno incrinato la vita fino ad allora sostanzialmente serena di Felix. In questo brano il compositore infrange tutte le regole strutturali della forma quartettistica, in funzione espressiva: il risultato è un lavoro di forma e ispirazione assolutamente eccezionali.

mercoledì 20 novembre 2024 - ore 20.30 Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni SERIE PARI

Quartetto Esmé Wonhee Bae, Yuna Ha / violini Dimitri Murrath / viola Yeeun Heo / violoncello

articolo pubblicato il: 05/11/2024

La Folla del XXI Secolo - periodico di politica e cultura
direttore responsabile: Gabriele Martinelli - grafica e layout: G. M. Martinelli
fondato il 1/12/2001 - reg. Trib. di Roma n 559 2002 - tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito
cookie policy