periodico di politica e cultura 8 dicembre 2024   |   anno XXIV
direttore: Gabriele Martinelli - fondato il 1/12/01 - reg. Trib. di Roma n 559/02 - tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito
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teatro: al Teatro San Raffaele di Roma

La storia di un uomo chiamato: FRANCESCO

Per la prima volta viene portato in scena a Roma lo spettacolo, scritto e diretto da Pino Cormani, “La storia di un uomo chiamato: FRANCESCO”, ispirato alla storia di San Francesco di Assisi.

Si ripercorre la vita di Francesco in un adattamento moderno, ambientato ai giorni nostri. Si racconta la capacità di rinuncia per abbracciare qualcosa di più importante. In un mondo avvolto da muri di egoismo, violenze, soprusi, ricerca del successo ad ogni costo, la vita di Francesco ci comunica che “le cose semplici sono le più belle”. Si assapora la sua gioia, ma anche il duro cammino che lo ha portato poi ad elevarsi. Non è una strada facile, ma lui ci dimostra che è possibile abbracciare, almeno in parte, un modo di vivere più semplice e significativo.

Ci si pone diverse domande: oggi si può vivere come ha fatto il poverello di Assisi? Si possono abbracciare rinunce e abbandoni di ricchezze in nome di qualcosa di più importante come lo spirito? E i giovani davanti alla testimonianza di Francesco come potrebbero reagire oggi? Sul palco una compagnia di talentuosi attori: Andrea Lintozzi, Arianna Cicci, Riccardo D’Alessandro, Pierangelo Menci Riccardo Alemanni, Patrizia Nicolini, Pino Cormani, Alessandro Pace, Alessandro Gissi, Emiliano Paletti e Laura De Simone.

Come ha sottolineato Pino Cormani si tratta di: “Uno spettacolo che vuole comunicare ai giovani (ma in generale a tutti) che si può pensare di diventare “Santi” se per santità intendiamo la possibilità di uscire dal nostro egoismo, spezzando le catene dell’odio e intravedere la possibilità di vivere una vera libertà e autentico amore”.

Note di regia
Un’avventura, l’avventura di un Santo e l’avventura di un uomo. Lui è il santo della gioia... sullo sfondo non del 1200 (l’epoca di Francesco) ma nella nostra epoca, si muove un Francesco ribelle, insofferente delle istituzioni come del potere. Ma soprattutto, Francesco che vive e canta la profondità della vita, la semplicità e la povertà, fonti della perfetta letizia, fonti di libertà! Gli attori, dunque, sono vestiti in abiti moderni, Francesco nella sua giovinezza è stordito dalle bevute con gli amici (come faceva nel 1200) e ora con discoteche super affollate e con tutto quello che può stordire e distrarre i giovani di oggi. La storia di Francesco e la sua ribellione può essere benissimo inserita nel 2024 a patto che si abbia tanto coraggio a ribellarsi e, come ha fatto Francesco, ci si affidi a Dio. Sul palcoscenico undici attori professionisti. Uno spettacolo, una storia, che vuole comunicare ai giovani (ma in generale a tutti) che si può pensare di diventare “Santi” se per santità intendiamo la possibilità di uscire dal nostro egoismo, spezzando le catene dell’odio e intravedere la possibilità di vivere una vera libertà e autentico amore. Sognare di trovarci nelle strade del mondo per portare un messaggio di luce e di speranza, protagonisti di una vita dove l’affanno dell’aver sempre di più non ci preoccupa, vuol dire che Francesco è entrato nella nostra vita. Uno spettacolo che si basa su fatti storici, proponendo una messa in scena storicamente fedele. Costumi e luci curate completano la messa in scena.

La scenografia: scatola nera, solo elementi entrano ed escono. Elementi che non riempiono la scena, essa rimane libera per essere riempita dagli attori, dalle comparse, dalle parole che spesso sono pura poesia e dalle note delle musiche che si uniscono e si fondono con la parola e con l’espressione del corpo degli interpreti. Solo una scenografia che definisco “tradizionale” fa da sfondo in alcune scene dello spettacolo: rappresenta i ruderi della splendida chiesetta di San Damiano, ad Assisi, la chiesetta che Francesco decise di ricostruire con i suoi amici frati e che per anni è stato il loro amato rifugio. I costumi sono moderni, della nostra epoca; i giovani con pantaloni, giubbotti griffati e occhiali alla moda. I genitori di Francesco sono eleganti nel loro indossare abiti classici e chic. Tutto contrasta, come accade ancora oggi, con i poveri e straccioni che si incrociano sulla scena, fino a quando Francesco cambia e comunica e convince tanti giovani. Tutto cambia; si spogliano ed indossano semplici sai di iuta, legati in vita con corde di canapa, piedi scalzi, il nulla, il tutto. I prelati e il papa sono vestiti riccamente con gioielli, stole ricamate e copricapi ornamentali, ma dopo l’incontro con Francesco si capirà che anche quei costumi, almeno in parte, saranno superflui. Il linguaggio è moderno, rapido, graffiante, immediato. All’inizio è quello tipico dei giovani con le tasche piene di soldi e la mente vuota, ma poi tutto cambia e la poesia diventa la realtà, Francesco si nutre e fa nutrire gli altri di poesia. I ritmi della recitazione sono sempre sostenuti e poi ci sono lunghe pause dove non si parla, ma parla l’azione dei personaggi e la musica che l’accompagna. La regia creerà una vera partitura per musica ed espressione del corpo, che non sarà danza o teatro/danza o coreografie, ma sarà vera espressione dei corpi che daranno vita alle loro emozioni anche stando fermi, immobili, ma con gli occhi che parlano e leggono l’anima.
Pino Cormani

Riccardo D'alessandro nasce a Roma nel 1998 e, fin da bambino, si appassiona alla recitazione frequentando diversi laboratori scolastici, debutta a sedici anni al cinema come attore nel “L’UOMO VOLANTE” di Adelmo Togliani, presentato al Festival di Venezia. In seguito, è nel cast del film “IL RAGAZZO DELLA GIUDECCA” al fianco di Giancarlo Giannini e Franco Nero. Sempre al cinema viene scelto da Massimiliano Bruno per interpretare uno dei giovani protagonisti del film “BEATA IGNORANZA” con Marco Giallini e Alessandro Gassmann e dell’ultimo film di Toni Fornari e Andrea Maia “RITORNO AL PRESENTE”. Per la televisione prende parte alle fiction Rai “CHE DIO CI AIUTI 3” con Elena Sofia Ricci, diretto da Francesco Vicario e “NERO A METÀ” con Claudio Amendola, diretto da Marco Pontecorvo. In teatro inizia la sua formazione nel 2006 al Teatro Golden di Roma e va in scena con alcuni spettacoli e musical diretti da Barbara Pieruccetti e Toni Fornari. È protagonista dello spettacolo “FAME” di Saverio Deodato e “IO CHE AMO SOLO TE” di Lucilla Lupaioli e Alessandro Di Marco. Recentemente ha curato, con grande successo la regia degli spettacoli “LEI” e “INTERRAIL” entrambi in scena all’OFF/OFF Theatre di Roma. Da cinque anni è attore stabile della compagnia Il Cilindro diretta da Pino Cormani con la quale ha partecipato a più di quindici allestimenti calcando prestigiosi palchi come il Brancaccio di Roma, L’Alfieri di Torino e il Filodrammatici di Milano. È regista di vari cortometraggi cinematografici e videoclip musicali e ha diretto più di dieci opere teatrali.

“La storia di un uomo chiamato: FRANCESCO” scritto e diretto da Pino Cormani

con Andrea Lintozzi Arianna Cicci Riccardo D’alessandro Pierangelo Menci Riccardo Alemanni Patrizia Nicolini Pino Cormani Alessandro Pace Alessandro Gissi Emiliano Paletti Laura De Simone

Debutto nazionale venerdì 3 maggio ore 21.00 Teatro San Raffaele - Roma (via San Raffaele, 6)

Teatro San Raffaele Via di S. Raffaele, 6, 00148 Roma RM informazioni e prenotazioni Telefono: 06.45447585 – 331 6886129 – 3484032139 E-mail: ilcilindroteatro@yahoo.it Prezzo biglietto da 15 € a 10 € Info su www.teatrosanraffaele.it

articolo pubblicato il: 22/04/2024

La Folla del XXI Secolo - periodico di politica e cultura
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